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Cronaca Centro / Via Mercatovecchio

Niente auto in via Mercatovecchio, ma c'è chi dice di raccogliere firme per riportarcele

L'iniziativa diffusa in queste ore e i commenti di Pirone, Venanzi e Shaurli

Il quesito referendario è stato accolto e verrà votato il 25 marzo in Consiglio, ma la questione via Mercatovecchio non sembra avere ancora trovato la sua pace. E' di queste ore l'iniziativa diffusa da Marco Belviso, componente dell'ufficio stampa del sindaco Fontanini, fattosi portavoce del "Comitato Centro Aperto" con una mail inviata alle redazioni giornalistiche. Il testo della lettera fa riferimento a un numero non precisato di "sottoscrittori".

Al signor Sindaco di Udine, prof. Pietro Fontanini
I sottoscritti desiderano esprimere sconcerto e dissenso per la decisione di chiudere il centro storico, e in particolare via Mercatovecchio, alle auto private e ai bus. E’ una decisione che accontenta un piccolo numero di ciclisti e ambientalisti penalizzando tutto il resto della popolazione e una serie di istanze e principi che a nostro parere meritano invece rispetto.
 Chiudere alle auto e ai bus via Mercatovecchio e le sue vie di accesso rappresenta innanzitutto un atto provocatorio e di sfida verso tutti gli elettori del centrodestra a cui era stato promesso la sua riapertura. 
Chiudere alle auto queste vie penalizza inoltre tutta la popolazione che desidera vivere il centro e non essere costretto a parcheggi distanti e costosi. Come si fa ad ignorare che le vie più vivaci ed attraenti della nostra città sono proprio quelle pedonali?
 Riaprire alle auto afferma il principio che sono secondarie e sacrificabili le categorie con bisogni particolari: persone con disabilità e anziani. Si tratta di persone e soggetti che vanno tutelati per un elementare principio di umanità, di dignità, di democrazia: è impensabile che questi soggetti percorrano il centro in bici, in carrozzina o a piedi.
 I sottoscritti chiedono quindi che siano mantenute le promesse fatte in campagna elettorale, fra l'altro al centro del programma del centrodestra oltre che segnale di forte discontinuità con quindici anni di sinistra. Si chiede pertanto di tenere conto delle firme qui raccolte e non solamente di quelle raccolte (per chiudere il centro) da una minima parte di richiedenti, fra l'altro dietro l'aiuto dei partiti della sinistra.

Comitato Centro Aperto

Sulla vicenda si sono espressi anche i capigruppo di Innovare e Partito democratico in Consiglio, Federico Pirone e Alessandro Venanzi, oltre a Cristiano Shaurli, segretario regionale del Partito democratico.

Pirone

«Il figliol prodigo, dopo un periodo di pesante smarrimento e di incessante confusione, è ritornato sulla retta via. Dopo una campagna elettorale spesa a dire che il centro-destra avrebbe riaperto il centro storico alle auto, dopo 7 mesi di scorrazzamenti di auto e parcheggi in doppia fila, finalmente il sindaco Fontanini si è reso conto che tutto ciò che sta vivendo la città è una follia e ha deciso, come richiesto dalla stragrande maggioranza dei cittadini udinesi e dalle opposizioni, di porre fine a questo incubo. La delibera approvata non può che essere condivisibile, perché va nella direzione da noi auspicata, di una Udine pedonale, a misura di persone, che tutela la salute della propria comunità: ci dispiace - conclude Pirone - solo che questo atto non sia condiviso da tutta la maggioranza, una parte della quale ancora convinta assertrice di una Udine fieramente in preda alle auto».

Venanzi

«Nella visione che abbiamo in mente di Udine come città pedonale, il tema della revisione del trasporto pubblico locale riveste un'importanza strategica e non può essere oggetto di una semplice trattativa tra il vicesindaco Michelini e l'assessore alla infrastrutture Pizzimenti, ma va condiviso con la città, con i gruppi di interesse, a partire sia dalle associazioni ambientaliste e dai comitati sia dalla forze presenti in consiglio comunale. Chiediamo pertanto - conclude Venanzi - che vi sia ora un passaggio in consiglio comunale nel quale si possa dare una mandato chiaro all'amministrazione comunale affinchè la trattativa con la Regione rispetti a pieno il volere largo della città, come espresso fin dall'inizio con la manifestazione dello scorso 31 luglio».

Shaurli

«Quando qualcuno cambia idea, soprattutto se l’idea è sbagliata e anacronistica, non si può che essere soddisfatti. Dispiace solo che per capirlo a Fontanini siano serviti otto mesi e la mobilitazione spontanea di centinaia di cittadini. Spero che questi otto mesi di dibattito su un tema che in centinaia di città europee è stato già superato - aggiunge Shaurli - servano almeno come insegnamento generale: quasi mai la risposta ai problemi è nel ritorno al passato. Da Oslo ad Amburgo, da Torino a Caltanissetta a Matera, la direzione è quella di tenere le automobili fuori dal centro. Udine può e deve avere l'ambizione di essere una città europea».

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