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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Reana del Rojale

In quarantena in comunità, don Larice telefona a tutta la rubrica per portare conforto

Don Davide Larice è in quarantena presso la Comunità di recupero di Ribis, a Reana del Rojale, con una ventina di ragazzi che si dividono tra pulizie, partite a calcio e telefonate

Tra le realtà che vivono sospese durante questa quarantena ci sono anche le comunità terapeutiche. Tra queste, la Comunità residenziale di Ribis, in comune di Reana del Rojale, che è nata nel 1988 e ospita ora una ventina di ragazzi, tutti maschi per lo più maggiorenni con qualche eccezione. A parlarcene e don Davide Larice, che da sempre si prende cura di loro ma anche dei fedeli e amici conosciuti in tanti anni di attività e che ora non possono godere della sua presenza fisica. A loro, don Davide dedica ogni giorno più di due ore di telefonate.

Il conforto al telefono

Don Davide, ora che le messe sono sospese, così come tante attività all'interno della comunità, ha pensato di farsi comunque sentire dai fedeli e dagli amici in maniera diversa. Ha così aperto la sua rubrica personale e deciso di consumarla, letteralmente. Dal primo giorno di quarantena ha cominciato a telefonare a tutti, ma proprio tutti quelli che conosce.

«Non posso andare in parrocchia come faccio di solito allora ho pensato che per stare vicino alle mie persone posso comunque far sentire la mia voce in altro modo... la mia voce a volte tonante a volte sgraziata!». 

Don Larice passa al telefono anche due ore al giorno. «Ho passato tutta la rubrica personale, per sapere come stanno le persone che posso raggiungere. Il telefono mi da la possibilità di incontrare a viva voce collaboratori, operatori, volontari, fedeli, amici, per avere informazioni sul loro stato di salute, ascoltare le loro ansie, le loro emozioni, i loro sentimenti ma anche per offrire con la mia voce incoraggiamenti e motivi di speranza, come fanno tanti sacerdoti. Spero che così si riscopra anche l'importanza della parola senza filtri se non quello del telefono». 

La vita in comunità

Don Larice abita a Ribis con i ragazzi della comunità. «Sono bravi, hanno accettato con serietà questo deserto e stanno facendo bene le pulizie di casa, con maggior calma e attenzione. Abbiamo la fortuna di avere spazi e verde a sufficienza e c'è il lavoro orticolo che li imepgna parecchio, oltre alle partite di calcio e alla televisione». La loro vita in quarantena è segnata da ritmi di pulizie, igiene, orto e solo qualche incontro, visto che la maggior parte dei servizi sono stati sospesi, come quelli ambulatoriali e quelli di aggregazione diurna per i senza dimora.

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«Ci si adatta e si vive questo deserto e questa solitudine dalle voci fatue ma che parla ancora alla mente e al cuore attaverso i sentimenti e l'accoglienza dello spirituale. La quarantena - conclude don Larice - mi ha dato la possibilità di coltivare, con pazienza e senza fretta una serie di impegni di gratitudine, riconoscimento, interessamento pastorale e amicale».

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