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Cronaca Palmanova

Punti Nascita: la Regione riapre Latisana e chiude Palmanova

Martines: “Blitz dell'assessore Riccardi, pronti a prendere provvedimenti”  

La decisione è stata presa questa mattina: il Punto nascita della Bassa Friulana sarà quello di Latisana a discapito di quello di Palmanova, su cui però la Regione ha in programma investimenti per potenziare le altre attività dell'ospedale. A depositare l'emandamento necessario per il trasferimento l'assessore Riccardo Riccardi. Una notizia appresa con contrarietà dal sindaco di Palmanova che ora valuterà come agire in merito, in un clima già teso e che avevo visto scendere in piazza diversi cittadini a difesa del punto nascita.

La reazione

“È una vergogna unica. Mai visto tanto disprezzo dell’opinione della gente, dei contributi degli operatori medici e delle amministrazioni del territorio rappresentanti da 23 sindaci. Massimiliano Fedriga ha commissionato il delitto. Riccardo Riccardi lo ha eseguito con cinica puntualità e sprezzo delle regole e della salute delle persone, giocando con la salute di mamme e bambini. Quando la Lega di Monfalcone ordina, tutti gli altri eseguono. E sono ancora più amareggiato dai consiglieri regionali del nostro territorio che hanno votato a fare di questa scelta assurda”. Questa la prima reazione del Sindaco di Palmanova Francesco Martines alla notizia della chiusura, da parte della Regione, del Punto Nascita di Palmanova. "Le future mamme di questa zona - ha proseguito Martines -  difficilmente andranno a partorire fino a Latisana e le nascite avverranno o a Monfalcone o a Udine, caricando ulteriormente di lavoro l'ospedale del capoluogo friulano".

La polemica

È datata novembre 2012, la generalità 1755 nella quale la Giunta Regionale, quella volta guidata da Renzo Tondo e, con assessore Riccardo Riccardi, ordinava alla Direzione centrale salute di “sospendere le attività dei Punti nascita (degenze ordinarie di Ostetricia, Pediatria, Neonatologia e attività di sala parto) degli ospedali di Latisana e di Gorizia: strutture con numero di parti inferiore a 500/anno e che non rispettano alcuni standard essenziali per garantire l’attività dei Punti nascita in sicurezza”.

Le linee guide

Un documento che derivava da una precedente delibera di Giunta Regionale (numero 1083 del 15 giugno 2012), nella quale, recependo le indicazioni del decreto Balduzzi e dell’accordo Stato-Regione, si approvavano le linee guida per la razionalizzazione dei punti nascita regionali e si dava mandato alla Direzione centrale salute di provvedere alla chiusura di quelli sotto ai 500 nati per annualità.

Il documento

“Dopo tante ricerche abbiamo scovato il documento segreto che inchioda Riccardi, e il centrodestra, alle loro responsabilità. Chiederò personalmente l’accesso agli atti per averne copia ufficiale. Fu lui e la Giunta Tondo, nel 2012, a voler chiudere il Punto Nascita di Latisana (oltre a Gorizia): è giusto che nella Bassa friulana tutti lo sappiano. Lo stesso Riccardi che ora, per far piacere alla Lega e per soddisfare una precisa promessa elettorale, cambia idea, vuole riaprirlo e fare marcia indietro, per giunta in un contesto di calo delle nascita del 20% e dove Palmanova è l’unico (assieme a Pordenone) ad essere in controntendenza con un +6%. Come si può pensare di chiuderlo? Qui non stiamo parlando di qualità e sicurezza ma di giochetti politici sulla salute delle persone” commenta il Sindaco di Palmanova Francesco Martines.

La chiusura

Che aggiunge: “Se decideranno la chiusura, faremo ricorso al Tar e anche questi documenti ufficiali entreranno nel fascicolo. E saranno determinanti. La stessa coalizione politica che ha deciso di chiudere Latisana, qualche anno dopo, la vuole riaprire, contro la indicazioni di legge e contro gli stessi atti da loro approvati. Lo stesso Riccardi che ha dichiarato, la scorsa settimana a Pordenone, che i Punti nascita d’eccellenza in regione sono il Burlo e Palmanova. Chiederò ai nostri legali di valutare anche la possibilità di danno erariale, in virtù del fatto che in questi anni a Palmanova sono stati spesi centinaia di migliaia di euro per rifare delle sale parto che sono il fiore all’occhiello del nostro sistema sanitario regionale”.
 

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