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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Centro / Piazzale Gabriele D'Annunzio

«Vogliamo casa e lavoro - profughi italiani»: la protesta in piazzale D'Annunzio

Il gruppo che occupava il "campo profughi per italiani" a Pavia di Udine verrà sfrattato a breve. La protesta degli ospiti e degli organizzatori stamane, alle 11, nello stesso luogo dove hanno manifestato e dormono diversi profughi. La solidarietà di un profugo afghano:«Hanno ragione, abbiamo tutti bisogno di aiuto»

La scorsa settimana in piazzale D’Annunzio c’era stato il grido d’allarme lanciato dai profughi, che chiedevano «cibo e un posto dove dormire». Oggi - verso le 11- hanno replicato gli italiani, sempre nel medesimo posto, esponendo una serie di cartelli. Sono gli stessi che hanno allestito il “campo profughi per italiani” a Pavia di Udine dal quale, a breve, dovranno andarsene, come ha confermato Stefano Salmè, uno degli organizzatori. «Fra un paio di giorni ce ne dovremo andare, le autorità ci diano una mano per trovare una casa e un lavoro a queste persone. L’altra settimana c’è stata la protesta dei profughi, e allora anche noi vogliamo casa, cibo  e lavoro come vogliono loro. Oltretutto ne abbiamo più diritto». La situazione viene manifestata come critica, e per Salmè non sarà lenita dal reddito di cittadinanza. « L’80% dei beneficiari saranno extracomunitari. Si pensa sempre e comunque a loro, senza considerare le nostre difficoltà. Nel campo ospitavamo tre persone stabilmente. Altri vengono a giorni alterni, tanti disoccupati friulani passano spesso, e cerchiamo di dare una mano per quello che riusciamo a fare». Sulla vicenda è intervenuto un altro degli organizzatori, Simone Mestroni - segretario provinciale di Forza Nuova -: «C’è chi sostiene che questa sia una buffonata, ma io dico - come ho fatto presente anche al sindaco Honsell - che è un’iniziativa sociale, che la sinistra non fa più, contrariamente a noi. Per il futuro del campo abbiamo già qualche disponibilità e speriamo di risolvere al meglio la cosa. Faccio un appello a Prefetto e Questore, per aprire un tavolo di concertazione sulla vicenda».

LA “SOLIDARIETÀ” DI UN PROFUGO AFGHANO. La scena è osservata anche dai profughi che stazionano lì ormai da giorni. Ne abbiamo avvicinato uno per sapere cosa ne pensasse. «Rispetto la loro protesta e sono d’accordo, tutti abbiamo bisogno di aiuto. Io sono qui nel parco, senza nulla, con una gamba dolorante. Vengo da una situazione di guerra drammatica, mio fratello e mio figlio sono stati uccisi. In Afghanistan la gente viene ammazzata come si fa con i polli. Quello che voglio? Ho bisogno di pace».

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