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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Quinto trigesimo della scomparsa di Giulio Regeni

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

"Oggetto: rimostranze per la rilevata inadeguatezza delle Autorità italiane a risolvere degnamente il caso Regeni. Spettabili Autorità, con riferimento al caso Regeni, spiace riscontrare come in cinque inconcludenti mesi la Repubblica Italiana abbia dimostrato nel modo più eclatante di non essere in grado di tutelare i suoi cittadini all'estero e di garantirli da eventuale offesa, affidando incredibilmente a interminabili vie tribunalizie la ricerca di verità inconfessabili politicamente eppure lampanti. Che vogliamo di meglio? Dovremmo cercarci altri protettori? La vecchia Austria la cui aquila fino a un secolo fa stendeva ancora le sue ali sulle nostre terre? La riduzione del caso Regeni a fatto sostanzialmente giudiziario è facilmente apparsa sin dall'inizio modo alquanto utile per insabbiare l'intera questione. Verità? Non serve: è evidente! Giustizia piuttosto, si auspica, ma non nelle forme ridicole di certe censure internazionali. E giustizia vera significa creare le condizioni per cui d'ora in poi nessuno più osi torcere un capello ad un italiano, ad un europeo, ad una persona, senza conseguenze davvero incisive! Se tutto questo non fosse possibile, allora gli Stati non servirebbero e Loro stessi, con tutta franchezza, risulterebbero in pratica inutili: detto con rispetto delle Istituzioni ridotto anche troppo a memoria asburgica...". Vibrante, indignata la lettera che, a cinque mesi dalla scomparsa del ricercatore friulano sequestrato in Egitto il 25 gennaio scorso e ivi impunemente torturato e assassinato, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic" e il Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl" hanno indirizzato ora da Udine, capitale del Friuli Storico, alle massime cariche dello Stato, dal Presidente della Repubblica a quelli dei due rami del Parlamento, al premier Renzi e per conoscenza al Ministro degli Esteri, Gentiloni. L'indignazione popolare, anche di fronte alla scontata inconcludenza di una soluzione meramente giudiziaria del caso Regeni, caso nazionale e internazionale, civico, non solo sventura familiare, è dunque in aumento "con buona pace - afferma il presidente dei due sodalizi culturali friulani, prof. Alberto Travain - di coloro che spererebbero che tutto andasse nel dimenticatoio! Il migliore Friuli non accetterà soluzioni 'all'italiana'!".

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