Spaccia di fronte alla Questura, arrestato dalla polizia
Per 5 volte è stato trovato in città nonostante il foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Udine
Dopo l'arresto del pusher che aveva venduto la dose letale ad Alice Bros, la giovane morta di overdose nei bagni della stazione di Udine, la polizia mette a segno un altro arresto per contrastare lo spaccio tra i più giovani.
Alla fermata
Il personale della Sezione Volanti della Questura di Udine ha tratto in arresto, in esecuzione della misura cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Udine, un 24enne cittadino afghano, che due mesi fa era stato sorpreso a spacciare stupefacente a giovani studenti nei pressi di una fermata dell’autobus a pochi passi dalla Questura.
I fatti
Il 22 ottobre, un agente, poco prima di entrare in Questura verso le 8 del mattino, aveva notato un uomo in mezzo a un gruppo di studenti minorenni, in attesa di salire sul bus che li avrebbe condotti a scuola, cedere loro qualcosa. A quel punto aveva immediatamente allertato i colleghi della Sala Operativa che avevano mandato sul posto una pattuglia delle Volanti. All'arrivo degli agenti l'adulto si era liberato di un involucro, subito recuperato dagli operatori, rivelatosi un pezzo di hashish del peso di 20 grammi circa, con segni di sbriciolatura che lasciavano supporre fosse stato appena spezzato, e che l’altra parte fosse stata ceduta poco prima ai giovani studenti.
L'arresto
L’afghano era finito in manette per il reato di detenzione illecita ai fini di spaccio di stupefacente, aggravata dal fatto di essere destinata a persone di età minore, ed associato alla locale casa circondariale, oltre che munito di foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Udine per tre anni. Inoltre nei confronti dello straniero l’Autorità Giudiziaria, in sede di convalida dell’arresto, aveva previsto la misura cautelare del divieto di dimora in Udine. Da quella volta, in poco più di un mese, gli operatori della Sezione Volanti hanno sorpreso l’afghano sul territorio cittadino ben 5 volte, deferendolo ogni volta all’Autorità Giudiziaria per l’inosservanza del divieto di ritorno nel comune. Visto il ripetersi dei fatti la Procura ha chiesto ed ottenuto l’aggravamento della misura cautelare in atto con la custodia cautelare in carcere.
