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Cronaca

Pitina: tra qualche settimana sarà Igp

Shaurli: "Riconoscimento Igp, garanzia di qualità anche per il consumatore"

La Pitina delle Dolomiti friulane, in dirittura d’arrivo per il riconoscimento definitivo di IGP, è stata protagonista il 21 marzo a Bruxelles, nell’ambito dell'evento organizzato dall’Arepo, l’Associazione delle Regioni europee per i prodotti d’origine, e articolato in un convegno e in una degustazione. Un traguardo tagliato grazie all’impegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della sua agenzia per lo sviluppo rurale, Ersa, che ha posto all’attenzione delle altre regioni la Pitina e altre eccellenze nostrane, come i vini Ribolla Gialla spumantizzata e Friulano, ma anche il prosciutto di San Daniele e il formaggio Montasio e i prodotti dell'agricoltura biologica del FVG. 

Il riconoscimento Igp

Presidio Slow Food FVG, la Pitina delle Dolomiti friulane fra poche settimane riceverà il riconoscimento IGP: sono 6 i produttori artigiani che hanno già avviato le procedure per ottenerlo. E a Bruxelles, l’Arepo ha rilanciato il “pacchetto qualità”, articolato in diverse iniziative a favore delle produzioni DOP e IGP. La prima parte dell'evento è stata dedicata a un convegno dedicato alle strategie per la valorizzazione dei prodotti di qualità di origine nell'ambito della Pac (Politica agricola comunitaria). Alla conferenza sono intervenuti, tra gli altri, il vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, e il commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan. Alla degustazione dei prodotti di 26 regioni europee, tra cui quelli del Friuli Venezia Giulia, hanno preso parte numerosi stakeholders del settore agroalimentare. Grande successo sia per la Pitina, sia per due autentici 'alfieri' dell'agroalimentare locale, come il Prosciutto San Daniele DOP, che nasce nel cuore del Friuli e viene ottenuto secondo l'antica tradizione artigianale, e il Montasio, formaggio a Denominazione di origine protetta che viene prodotto seguendo le rigorose procedure indicate e fatte rispettare dal l'omonimo Consorzio.
“Passare dalla difesa a un ruolo più proattivo deve essere l’atteggiamento di chi fa uso dei marchi di tutela, strumenti importanti non solo per la certificazione dei prodotti in sé, ma anche per la promozione del territorio di origine”. Ne è convinto l’assessore regionale alle Risorse agricole, Cristiano Shaurli, che in questa occasione ribadisce l’importanza delle certificazioni di qualità per le piccole produzioni. Tra queste, la Pitina che, rileva Shaurli, “sta assumendo sempre più importanza a livello nazionale e internazionale, grazie anche all'imminente certificazione IGP”.
Per Shaurli, l’attenzione che le istituzioni stanno riservando al settore agroalimentare è frutto di una nuova sensibilità legata anche alle esigenze del consumatore e cittadino. “Veniamo da stagioni passate – dice l’assessore regionale –, nelle quali la produttività era l’obiettivo principale. Ora le cose si stanno rapidamente trasformando anche grazie  alla maggiore attenzione del consumatore informato, il quale pretende la qualità dei prodotti che trova sugli scaffali”. In questo senso le certificazioni legate all’IGP, DOP e i presidi Slow Food diventano, secondo l'assessore, strumenti che si traducono in opportunità per tutelare e promuovere i prodotti e i loro territori di origine.

Una garanzia di qualità

Quanto alla Pitina, l’IGP che il salume sta ottenendo è una garanzia di qualità di un prodotto che altrimenti si sarebbe potuto replicare altrove, perdendo la sua connotazione geografica tipica, legata a una lunga storia e tradizione. “Attraverso la promozione – evidenzia Shaurli – chi arriva nel territorio regionale si aspetta di trovare il prodotto legato a questa terra, connubio che diventa opportunità da cogliere e valorizzare. La certificazione è anche una garanzia per il cittadino consumatore, che così può riconoscere la qualità del prodotto. Non è vero – aggiunge l'assessore regionale – che piccole produzioni come quelle della pitina non possano stare su mercati internazionali, poiché ci sono nicchie che danno sempre più spazio a prodotti locali anche all’interno della grande distribuzione organizzata”.

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