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Cronaca Centro / Via Grazzano

Borgo Grazzano perde un pezzo della sua storia, chiude il barbiere "Piero"

«Manca davvero poco» come dichiara lo stesso Giampietro Colavizza, per tutti un vero e proprio simbolo del quartiere

«Lo sa da quanto sono qui? Dal 1946. Non avevo nemmeno compiuto 12 anni. Nacqui esattamente al piano di sopra. Dopo le medie iniziai a imparare il mestiere da mio padre. È logico che ci sia della malinconia a pensare di non doverlo fare più, ma manca poco, è tempo di pensare ad altre cose».

LA PASSIONE. È così che Giampietro Colavizza, lo storico barbiere “Piero” di borgo Grazzano, commenta la sua uscita di scena dal lavoro. In pensione c’è da parecchio, ha 82 anni, ma di lasciare la bottega non gli era ancora passato per la testa. Tra la fine dell’anno e l’inizio del nuovo la decisione, con la voce che si è diffusa rapidamente in zona. Nonostante in questi giorni il negozio sia ancora aperto la chiusura è quindi imminente, come ha assicurato convinto il signor Piero. Così avrà più tempo per la sua signora «che giustamente reclama dell’attenzione», ci confida, e per le sue passioni storiche come il gioco della dama (in vetrina espone diverse coppe di tornei vinti) e la musica d’un tempo, in particolare quella dai richiami spagnoleggianti, con «il “Bolero” di Ravel» in testa alla sua personale hit. 

I RICORDI. Guardando ai tanti momenti trascorsi tra le mura della sua bottega è normale che siano i ricordi belli a prevalere, di quando «venire dal barbiere aveva una sorta di carattere di ostentazione, era come un vanto. Più volte lo facevi e meglio dimostravi di stare - dice Piero -. Un tempo gli sposi si facevano sistemare i capelli due ore prima della cerimonia, adesso passano in anticipo di due settimane». Ai bei tempi era diverso il rapporto con la gente, visto che «ci si conosceva meglio, i legami erano più profondi. Adesso abito in condominio e non conosco nessuno. Tanta cortesia coi vicini, ma poca socialità». Piero non dimentica nemmeno di citare i suoi clienti più illustri, tra i quali il sindaco Bruno Cadetto (primo cittadino dal 1960 al 1975), che abitava proprio di fronte alla bottega, e Renzo Valente, storico cantore e icona dell’udinesità. Il passato non ha riservato solamente cose belle però: «Ho vissuto la guerra, un periodo di miseria profonda. Mancava il cibo, tutto era razionato all’osso. Una cosa irreale a pensarci adesso - chiosa Piero -».

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