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Cronaca Palmanova

“Il punto nascita di Palmanova non chiuderà”

Il reparto della città stellata, dopo la chiusura del punto nascita di Gorizia, non sarebbe infatti a rischio seguendo i principi della riforma Telesca. A breve un vertice fra i capigruppo comunali e un incontro con l'assessore Telesca e la Presidente Serracchiani sull'argomento

Sulla riforma della sanità lunedì 23 giugno si terrà una conferenza nella quale sindaco e capigruppo comunali assumeranno decisioni sul percorso da seguire per la difesa dell’ospedale di Palmanova. A breve il primo cittadino, Francesco Martines, incontrerà anche la presidente Debora Serracchiani e l’assessore regionale Maria Sandra Telesca per discutere dell'argomento.

Il sindaco annuncia che viste le finalità e i criteri presentati a sostegno della riforma, ci sono tutti i motivi per continuare a difendere il punto nascita di Palmanova: “E’ del tutto evidente che nel nuovo Ente per l’Assistenza sanitaria, che unisce le attuali Ass 5 e Ass 2, Palmanova assumerà ancor più una posizione baricentrica per il territorio. Non vedo come proprio Palmanova – prosegue Martines - con circa 850 parti l’anno, il primato italiano per la minor percentuale di parti cesarei e quello regionale per il ricorso alla partoanalgesia possa subire tagli. Anzi, se verrà confermata la chiusura del punto nascita di Gorizia, Palmanova facilmente supererà i 1000 parti all’anno, andando ben oltre la quota di garanzia per mamme e nascituri prevista dalle indicazioni nazionali. Quindi la chiusura di Palmanova diventerebbe incomprensibile ai cittadini in quanto non coerente con i principi su cui si fonda questa riforma”.

Martines insiste poi sui criteri di sicurezza, efficienza e accessibilità indicati dalla Telesca nella riforma sanitaria per ribadire che proprio questi fattori premiano i livelli di qualità e la struttura di Palmanova: “La distanza da Udine non può essere assurta a motivo di selezione – afferma Martines – deviando così dai criteri che giustificano tutta la riforma. Tanto più che Palmanova serve un bacino di utenti ben lontano da Udine, data la vastità della Bassa friulana, a cui si aggiunge quella parte dell’isontino che già gravita su Palmanova e che, dopo la chiusura di Gorizia, aumenterà sicuramente. Con le scelte fatte in questa riforma su Gorizia e sulla fusione delle due aziende isontina e bassa friulana, ritengo di avere ancora più elementi per la strenua difesa del punto nascita, condotta finora assieme al consiglio comunale e supportata anche da un protocollo d’intesa siglato da tutti i sindaci del distretto est dell’attuale Ass 5 e da altri sidnaci dell’isontino e del basso udinese che hanno approvato in consiglio questo protocollo, riconsocendo la baricentricità e l’efficienza di Palmanova”.

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