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Cronaca

Il taglio di 700 posti letto spaventa i sindacati. "Situazione già grave"

Baldassi (Cgil): "Non serve avere posti letto, se poi mancano gli infermieri". Bressan (Uil-Fpl): "Siamo contrari, si potrebbero tagliare solo con una riorganizzazione territoriale. Intanto le assunzioni sono ferme"

Un taglio di 700 posti letto negli ospedali del Friuli Venezia Giulia sarebbe disastroso, per una sanità che dovrebbe gestirsi da sola, visto lo statuto autonomo della regione. A dirlo preoccupati, sono i sindacati, dopo aver appreso la richiesta del Governo, per risparmiare. Dalla Giunta regionale ribadiscono che non c'è nulla di certo e che nei prossimi giorni ci sarà una riunione per fare il punto della situazione.

Intanto i sindacati lanciano l'allarme. “Noi siamo contrari, perché alle scelte del presidente Renzo Tondo che riducono le risorse di aziende e assunzioni si abbinano quelle del Governo Monti – spiega il responsabile regionale sanità Cgil Alessandro Baldassi – e noi siamo contrari. Non basta avere posti letto, se affianco non c'è un numero di infermieri sufficienti. In Friuli Venezia Giulia ne mancano a migliaia”.

Il problema del personale si fa ancora sentire. “La situazione è estremamente preoccupante – aggiunge il segretario Uil-Fpl Luciano Bressan – considerato il blocco delle assunzioni e quindi del turn over, visto il bilancio negativo delle tre aziende Udine, Pordenone e Trieste. Se a questo momento di criticità si aggiunge il taglio dei posti letto, si va verso un disastro.  La Regione dovrebbe farsi valere su Roma, perché i posti letto sono appena sufficienti e per i cittadini sarebbe un grave danno. Si potrebbero tagliare i posti letto, ma solo con una riorganizzazione di potenziamento del territorio, per creare filtri ai ricoveri”.
 

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