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Cronaca

Da due anni ricoverato continuamente, senza sapere perché

La storia surreale di un 50enne friulano, che nel giro di pochissimo tempo ha visto stravolgere la sua vita a causa di un calvario sanitario del quale ancora non riesce a darsi una spiegazione. L'ex moglie lancia una raccolta firme destinata al Presidente della Repubblica e al ministro della Sanità

«Vogliamo sapere da cosa è affetto Daniele. Vogliamo sapere cosa è gli successo nel marzo del 2014, durante la sua prima operazione. Merita una risposta per ogni domanda, è lucido e comprende tutto, ragiona e da due anni non ha una vita, senza saperne il motivo. Nostra figlia di 11 anni ha diritto di sapere perché suo padre vive in ospedale. Non abbiamo la possibilità di pagare altri specialisti, o degli avvocati. Vogliamo la verità, non ci interessno risarcimenti, ci basta solo la verità. Lo faccio per la bambina, perché ha il diritto di vivere la sua vita con suo padre, e lo faccio perché non è giusto che nessuno soffra in questo modo, non è possibile. Bisogna reagire a situazioni di questo tipo, altrimenti che lezioni e che insegnamenti diamo a chi cresce?». In queste valutazioni ci sono tutta la grinta e la voglia di non perdersi d’animo di Giuliana Tosoratti, residente nella Bassa friulana e coinvolta assieme alla figlia e all’ex marito - da cui era già separata prima che iniziasse il tutto - in una vicenda surreale.

Tutto è iniziato nel marzo del 2014. Il suo ex marito Daniele Costabile, di professione autotrasportatore, classe 1966 e di sane e robusta costituzione, la chiama visto che si sente poco bene. «Aveva dei fortissimi dolori addominali - ci racconta Giuliana -, con vomito, nausea e dissenteria. Non riusciva letteralmente a stare in piedi. Ho pensato subito che potesse essere un’occlusione intestinale, che tempo prima ebbi anche io. Entrambi, da ex obesi, siamo stati operati allo stomaco con l’inserimento di un by pass gastrico, e mi sembrava di riconoscere gli stessi sintomi. Gli consigliai di andare al pronto soccorso dell’ospedale più vicino, dove gli somministrarono della morfina, diagnosticandogli una gastrite e mandandolo poi a casa. Nei successivi undici giorni, continuando a soffrire in maniera forte, si presentò a più riprese in ospedale senza riuscire a farsi ricoverare. Alla quinta occasione, dopo una lite furibonda con il medico di guardia, gli fecero finalmente una tac su disposizione del primario del pronto soccorso, scoprendo un volvolo intestinale (una patologia chirurgica grave, caratterizzata dalla torsione su se stesso di un viscere tubulare o di un suo segmento)».

LA PRIMA OPERAZIONE. A quel punto, dopo la scoperta, Daniele venne portato immediatamente in sala operatoria. «Dopo un infinità di ore me lo sono ritrovato davanti, sveglio e vivo. Il chirurgo mi disse “abbiamo dovuto procedere alla resezione di una piccola parte di intestino, niente di preoccupante, d’ora in poi starà benissimo”. Da quel momento in poi è iniziato un vero e propio calvario, quando sembrava che tutto dovesse essere finito nel migliore dei modi. Gambe gonfie all’inverosimile, trombosi diagnosticate e poi curate con fatica, febbre costante a 37,5°, visite in tutta Italia, ricoveri, infezioni, cadute, il collasso di un polmone, la rottura di un femore. Una sequenza incredibile di malori originati quella sera di marzo di due anni fa».

LE CONDIZIONI ATTUALI. Dopo quattro anni Daniele è ancora ricoverato, in questo caso all’ospedale di Udine, nel reparto di medicina generale. Pesa 45 chili, non assimila più nulla e può essere nutrito solamente con delle flebo. «Le vene sono ormai dei fili blu - dice Giuliana -, l’intestino non assimila più nulla ed è devastato dalle infezioni. Nel novembre del 2014, dopo che la situazione era già gravissima, ci rivolgemmo a un patronato per sapere se poteva percepire una pensione di invalidità vista l’impossibilità di lavorare. Il risultato, data la gravità del caso, fu immediato: invalidità al 100% e pensione. Ora però c’è un altro problema: a dicembre, non dovesse presentarsi a una visita dell’Inps, potrebbero sospendere la pensione. Ma come potrebbe fare visto che lui è sempre in ospedale?». 

LA PETIZIONE. Domenica scorsa è stata lanciata una petizione per chiedere la verità sulla vicenda, tentando di interessare il Presidente della Repubblica Mattarella ed il ministro della salute Lorenzin. A supporto di Daniele si sono mobilitati la presidente del Movimento Donne per donne nonché vicepresidente del Dipartimento Sanità e Diritti umani della Democrazia Cristiana della Lombardia, Francesca Vecchini, e il responsabile del Dipartimento Sicurezza della Dc lombarda, Giuseppe Parisi. Sarà sufficiente per comprendere a fondo la vicenda e restituire a una bambina l'affetto e la presenza di suo padre?

Il testo della petizione

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