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Cronaca Varmo

Famiglia sterminata col veleno, il nipote: «Si, sono stato io»

Avrebbe confessato subito, appena raggiunto dai carabinieri, il 27enne Mattia Del Zotto, identificato come il responsabile dell'avvelenamento e della morte di diversi suoi familiari, originari di Santa Marizza di Varmo

«Si, sono stato io». Queste le parole che Mattia Del Zotto, 27enne identificato come il responsabile del giallo degli avvelenamenti da tallio, avrebbe pronunciato di fronte ai carabinieri di Desio al momento del suo arresto. Successivamente il ragazzo si sarebbe trincerato dietro a un silenzio. Scoperta l'identità dell'autore degli avvelenamenti resta da comprendere quale sia stato il movente. 

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Le accuse

Del Zotto è accusato di aver ucciso i nonni - il 94enne Giovanni Battista Del Zotto e l’88enne Maria Gioia Pittana - e una zia, la 62enne Patrizia Del Zotto. Oltre a questi tre altre cinque persone sono state ricoverate in ospedale per le stesse ragioni: Laura Del Zotto ed Enrico Ronchi, rispettivamente sorella minore e vedovo di Patrizia Del Zotto, la badante di famiglia Serafina Pogliani e i nonni materni del giovane, Alessio Palma Maria Lina Pedon, rispettivamente di 83 e 81 anni.

Il metodo criminale

Del Zotto ha agito con una somministrazione premeditata di tallio, veleno che sarebbe  stato acquistato in un'azienda del Padovano. Gli inquirenti sarebbero riusciti a ricostruire le sue azioni, nonostante i tentativi di copertura e depistaggio messi in opera. Sul cellulare del giovane è stata trovata la ricevuta dell’acquisto online del tallio, metallo che non viene più utilizzato per i topicidi, come avveniva in passato, ma che è ancora commercializzato per essere adoperato in ambito tecnologico e come conduttore elettrico per le fotocellule. 

La svolta

Il caso tallio era esploso a fine agosto 2017, quando era stato ipotizzato un caso di avvelenamento accidentale avvenuto nella casa di campagna della famiglia Del Zotto, a Santa Marizza di Varmo. Si era pensato che il veleno fosse nel purè, o addirittura negli escrementi dei piccioni che infestavano il granaio dell'abitazione. Poi la svolta, con la certezza che l’avvelenamento non potesse essere avvenuto per caso. Solo alcuni giorni fa erano emersi i risultati delle indagini sui cibi sequestrati nella abitazione di Nova Milanese, dove i Del Zotto risiedono abitualmente. I tecnici dell’Istituto zooprofilattico di Torino hanno isolato tracce di tallio in alcune erbe sminuzzate usate per realizzare infusi che gli anziani conservavano in una terrina.

«Una personalità particolare»

«Eravamo tutti convinti che si trattasse di un avvelenamento accidentale a causa delle vacanze in Friuli della famiglia - ha commentato in conferenza stampa il procuratore di Monza Luisa Zanetti -. Non avevamo dati, se non quello dell’intossicazione. Poi le riflessioni e l’approfondimento sui diversi componenti della famiglia ci hanno portato a fare una perquisizione e sequestrare tutti gli apparati informatici dei componenti della stessa, permettendoci di capire. Il ragazzo - ha proseguito il magistrato - secondo quello che affermano i suoi stessi parenti ha una personalità particolare. Questi particolari sono emersi solo dopo l’avvelenamento dei nonni materni però, non prima».

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