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Omicidio di Beivars, «Rosetta litigava spesso con i vicini di casa»

Dopo il colpo di scena di ieri e il ritrovamento di quello che è un inequivocabile taglio alla gola, prosegue il giallo che ha avvolto la frazione a nord est di Udine. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti e si fa sempre più strada la pista di assassinio con l'occultamento delle prove tramite incendio. Nel frattempo, ieri è stata posta sotto sequestro la vecchia Fiat Panda grigia incidentata che era presente davanti all'ingresso e gli inquirenti stanno settacciando tutte le piste possibili: dal furto finito in tragedia ad un'esecuzione premeditata.

Omicidio di Beivars, la vittima poteva conoscere l'assassino

Le minacce

Ad avvolgere ancora di più nel mistero la ricostruzione delle ultime ore di vita di Maria Rosetta Quaiattini, la sua riservatezza e il fatto che la donna qualche anno fa avesse sporto denuncia contro ignoti per il ritrovamento in casa di quelli che lei stessa riteneva degli inquietanti messaggi minatori: sale grosso, croci in legno e mozziconi di sigarette gettate all'interno del giardino di sua proprietà. Episodi che avevano spinto Rosetta Quaiattini a denunciare questi episodi e ad installare una grossa inferriata alla porta d'ingresso con un sistema di videosorveglianza, trovato stranamente non funzionante venerdì 26 gennaio (vedi fotografie). 

La casa di Maria Rosetta Quaiattini

Il profilo di Rosetta

Quasi tutti i giorni la signora 71enne si presentava alla Parrocchia di San Giovanni Bosco per la messa delle 18 e ogni tanto partecipava anche alle attività proposte all'interno dell'Istituto Bearzi. Una persona mite, schiva, religiosa, ma con pochi amici. Era una pensionata solitaria e nel quartiere di Beivars non c'è residente o commerciante che riesca a tratteggiare un suo ricordo in maniera limpida ed esaustiva. «Entrava, comperava le sigarette e usciva», ci ha raccontato Antonio Scillipoti che in tre anni, da quando ha preso in gestione il tabacchino presente al centro di Beivars, non è riuscito mai a scambiare con la signora più dei saluti di circostanza. E non la conoscevano bene nemmeno i religiosi del Don Bosco che, nonostante la frequentazione assidua, non sono mai riusciti a coinvolgerla e a conoscerla appieno. Durante la messa di oggi, il parroco, insediatosi solo un anno fa, ha comunque dedicato una preghiera e qualche parola alla sua memoria.

Litigi con il vicinato

Il vicino di casa, il gioielliere Rito Romagna, -il primo a chiamare i soccorsi avendo notato il fumo dell'incendio entrare nella sua abitazione- venerdì mattina aveva accennato ad alcuni piccoli screzi fra Rosetta e il vicinato a causa di futili motivi, come ad esempio per il colore da scegliere per tinteggiare la casa. Ma ad avvalorare la non improbabile pista dei dissapori con il vicinato è stato anche un residente di Beivars che, come si può ascoltare nella nostra intervista video, parla di alcuni litigi e baruffe. «Non andava d'accordo con il vicinato e litigava spesso con loro» ci ha raccontato lui stesso, riferendoci quanto appreso dal fratello della pensionata, il suo amico Renato Quaiattini.

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