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Omicidio di Beivars: Rosetta uccisa con un grosso coltello

Potrebbe essere un machete o una mannaia l'arma del delitto utilizzata per porre fine alla vita di Maria Rosetta Quaiattini. L'ipotesi al vaglio potrà essere confermata solo con l'autopsia che sarà effettuata oggi sul cadavere di Maria Rosetta Quaiattini e con le ulteriori analisi scientifiche dei tecnici del Ris. «L'unica cosa certa al momento è che la ferita alla gola è stata effettuata da un'arma da taglio di grosse dimensioni», ci ha spiegato al microfono il colonnello Marco Zearo, comandante Provinciale dei Carabinieri di Udine che questa mattina ha rilasciato anche una lunga intervista alla trasmissione televisiva Quarto Grado che si occuperà del caso su Rete Quattro.

Omicidio diRosetta Quaiattini, si cerca l'arma del delitto

Si cerca l'arma del delitto

Nel frattempo, già da ieri, i militari dell'Arma e una decina di volontari della Protezione Civile stanno battendo passo dopo passo i campi che circondano l'abitazione della povera anziana. Questa mattina le ricerche sono ripartite intorno alle 10 anche con l'utilizzo di un metal detector. La speranza è di trovare qualche indizio o il coltellaccio che l'omicida potrebbe aver gettato dopo lo sgozzamento e l'incendio creato ad arte per nascondere le prove durante la notte trascorsa tra giovedì 25 e venerdì 26 gennaio. E' previsto per questo pomeriggio, invece, l'arrivo da Genova dei sub dell'Arma che ispezioneranno il fondale della vicina roggia che separa a Beivars via Emilia da via Dante.

I sub dei carabinieri ispezionano la roggia

Le ossessioni premonitrici 

In base a quanto rivelato dagli ambienti investigativi, Rosetta aveva l'ossessione che qualcuno la spiasse di continuo o che ce l'avesse con lei. Dettaglio non secondario, inoltre, era la sua convinzione che questa persona le avesse fatto una sorta di malocchio. Tutti elementi che l'hanno portata progressivamente ad isolarsi negli anni e a chiudersi in se stessa senza mai dare confidenza. Nessuno conosceva realmente bene la 71enne, nemmeno i vicini di casa con i quali c'era stato qualche litigio (probabilmente per futili motivi), tanto che aveva interrotto da trentanni anche i rapporti con il fratello mai più frequentato dalla fine degli anni '80. Quello che è certo è che nel 2012 diversi inquietanti elementi avevano portato l'ex infermiera a sporgere denuncia in Questura per il ritrovamento di quelli che lei riteneva dei messaggi minatori. Intorno alla sua proprietà e all'interno del suo giardino aveva denunciato il ritrovamento di croci in legno, sale grosso, mozziconi di sigarette e - pare - carcasse di conigli. Episodi che avevano spinto Rosetta Quaiattini a denunciare questi episodi e ad installare una grossa inferriata alla porta d'ingresso con un sistema di videosorveglianza, trovato stranamente non funzionante la mattina di venerdì 26 gennaio. 

Il cancello aperto

In base a quanto trapelato, però, uno dei pochi elementi certi per il momento è che la pensionata conoscesse probabilmente il suo carnefice. L'ingresso dell' bitazione non presentava alcun segno di effrazione e il cancello del piccolo cortile venerdì 26 gennaio mattina è stato trovato stranamente aperto. Fatto insolito perchè la signora era molto attenta a chiudersi in casa e a non aprire ad anima viva. 

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