Oltre 10 ore di attesa in Pronto soccorso per una sospetta appendicite, la protesta
A raccontare l'episodio è lo stesso protagonista che riferisce anche di altri pazienti che hanno condiviso la medesima sorte, con tempi di attesi lunghissimi, anche per codici avanzati e discrepanze rispetto a quanto dichiarato dal portale online
Oltre 10 ore di attesa in Pronto soccorso e per una sospetta appendicite. È la disavventura capitata ad Elio Cicala, 31enne residente a Udine, all'ospedale Santa Maria della Misericordia.
La testimonianza
"Da un paio di giorni avvertivo un forte dolore allo stomaco con febbre alta e, dopo un confronto con il medico di base, mi è stato suggerito di recarmi al Pronto soccorso per una sospetta appendicite - ci racconta Cicala -. Così prima di avviarmi ho usufruito del servizio online messo a disposizione dalla Regione Friuli Venezia Giulia per verificare i tempi di attesa medi che risultavano essere, per codice arancione, di circa di un'ora e mezza".
"Fidandomi quindi di quanto asserito dal sistema mi sono recato in Pronto soccorso verso le 16 dove, dopo il classico triage inziale, durante il quale mi è stato assegnato appunto un codice arancione, ho atteso fino alle 21 per la sola prima visita e presa in carico - prosegue -. Dopo i primi accertamenti tra ecografia e analisi, sono stato poi rimandato nella sala di attesa in pronto soccorso, con il catetere venoso ancora inserito, per attendere gli esiti e capire il da farsi. E lì sono rimasto fino alle 2 del mattino quando - stremato dalle attese e dal malessere - ho chiesto se vi fossero novità sulle mie analisi".
"Bene, le analisi erano arrivate e non trattandosi di appendicite sono stato rimandato a casa dopo dieci ore di attesa con la raccomandazione di tornare per una visita due giorni dopo".
"Ciò che sorge spontaneo chiedersi - conclude Elio - è: come mai per un codice arancione i tempi di attesa dichiarati dal sistema sono così diversi da quelli effettivi? Come mai in una modesta città come Udine i tempi di attesa nel Pronto soccorso di riferimento per tanti cittadini della provincia, siano di granlunga superiori a quelle di metropoli come Roma o - addirittura - di ospedali del sud Italia, non di certo famosi per efficienza e qualità.
Una stonatura - sottolinea poi il 31enne - con con i riconoscimenti recentemente ottenuti dalla nostra provincia in tema di qualità della vita e indice di benessere"
