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Cronaca Torviscosa

Dalla Nuova Zelanda a Torviscosa per conoscere chi aiutò suo padre

Prigioniero di guerra nel secondo conflitto mondiale, Peter MacKay ce la fece grazie all'aiuto di una famiglia friulana. Oggi la figlia Marie ringrazia i familiari di chi salvò la vita a suo padre

Una storia di aiuto e solidarietà ai tempi della seconda guerra mondiale il cui ricordo vive ancora oggi.

La bandiera della Nuova Zelanda sventola all'ingresso del Villaggio Roma di Torviscosa in segno di benvenuto a Mairie MacKay, figlia del soldato neozelandese Peter Stark MacKay, ex prigioniero del campo di concentramento PG 107 durante il secondo conflitto mondiale.

Ad accoglierla ci sono Mareno Settimo, assessore alla Cultura di Torviscosa dove il campo aveva sede, e Andrea Dri, sindaco di Porpetto, accompagnato dai familiari di Oliva Bragagnin e Alma Grop, all'epoca due giovani donne residenti a Porpetto, che per mesi aiutarono Peter dopo la sua fuga dal campo l'8 settembre 1943 portandogli da mangiare nel bosco della Sgubitta dove si era rifugiato e ospitandolo anche per un periodo in casa propria, sempre naturalmente di nascosto dai nazifascisti.

L'INCONTRO

E' stata la stessa Mairie MacKay a contattare il Comune di Torviscosa alcuni mesi fa, annunciando la sua visita e chiedendo informazioni sulle famiglie Grop e Bragagnin, che suo padre aveva sempre ricordato per il loro aiuto nel 1943. L'assessore alla Cultura Settimo si è così immediatamente attivato ed è riuscito a individuare e contattare Maria Teresa Scapinello, figlia di Oliva Bragagnin, e Pietro Bigatin, figlio di Alma Grop, oggi residenti rispettivamente a San Giorgio di Nogaro e Porpetto.

Venerdì, infine, Mairie e il marito Brian Kirk sono arrivati in Friuli per conoscere i luoghi dove Peter MacKay ha trascorso 15 lunghi e terribili mesi. Nel pomeriggio sono stati accolti al Villaggio Roma dall'associazione “Campo”, nome che fa riferimento proprio all'origine della piccola località di Torviscosa. 

LA STORIA

Peter MacKay arrivò al campo PG 107 nell'ottobre 1943, dopo essere stato catturato a El Alamein, come la maggior parte degli altri prigionieri neozelandesi e sudafricani del campo di Torviscosa. Era stata infatti la stessa SNIA Viscosa, proprietaria del grande stabilimento industriale della Bassa friulana e di molti dei terreni che costituiscono l'attuale Comune di Torviscosa, a chiedere al Governo italiano di poter utilizzare i prigionieri di guerra nell'azienda agricola.

Un incontro emozionante tra due famiglie apparentemente separate da chilometri di terra e storia, ma vicine in qualche modo nel ricordo di Peter MacKay , «Mio padre sarebbe felice di questo», ha detto commossa Mairie, mentre i due amministratori hanno evidenziato che la storia, anche quella del nostro territorio, è fatta da questi eroi sconosciuti.


 

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