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Cronaca

Microchip obbligatorio per i gatti: «Necessario un rinvio» per evitare il malcontento

Sulla questione è intervenuto il consigliere della Lega Simone Polesello, che vorrebbe la creazione di un fondo per aiutare chi non può sostenere le spese

Niente microchip per i gatti in Friuli Venezia Giulia, almeno per ora. Durante l'esame, in III Commissione consiliare presieduta da Ivo Moras (Lega), degli strumenti della manovra di bilancio 2019, il consigliere regionale Simone Polesello (Lega) è intervenuto favorevolmente in merito alla proposta di rinvio dell'obbligo di dotare dello strumento di controllo i felini regionali. «Ho aderito al rinvio dell'obbligatorietà della microchippatura per i gatti — dichiara il politico del Carroccio —. Ritengo sia necessario avviare un confronto con le associazioni animaliste presenti sul territorio regionale e arrivare, così, a una più ampia e condivisa modifica al testo di legge per il prossimo anno».

Le istanze

«Ci tengo a farmi portavoce di un'istanza derivatami dal territorio  — spiega —, in particolare dai tanti padroni di animali d'affezione che mi domandano maggiori risposte circa l'annunciata microchippatura obbligatoria per i gatti, contenuta nella legge di stabilità  che ci accingiamo ad approvare. È una misura ideata esclusivamente per combattere il randagismo e l'incuria verso i nostri amici felini, nonché per garantire maggiori servizi ai nostri concittadini. Tuttavia, se questa iniziativa viene vista come un'ulteriore spesa per le famiglie, andiamo a creare del malcontento. Per evitare che ciò accada, bisogna pubblicizzare e spiegare questa nuova Banca dati regionale di anagrafe felina. Perciò è necessario prevedere anche un fondo di risorse economiche apposite e adeguate».

Un fondo

«Inoltre — specifica Polesello —, non possiamo ignorare il fatto che nella nostra regione ci sono diverse famiglie che posseggono anche più di un gatto. Dato che, fra visita e microchip, si parla di una spesa di oltre 50 euro per singolo felino  prosegue il consigliere di maggioranza , dobbiamo prevedere che per alcuni cittadini si tratterebbe di un onere difficilmente sostenibile, pertanto è necessario destinare un fondo per le famiglie meno abbienti che potrebbero così accedere al servizio gratuitamente o comunque a costo ridotto».

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