rotate-mobile
Cronaca

I medici udinesi criticano la riforma sanitaria regionale: "Servono simulazioni su effetti finanziari"

La federazione dei Medici Chirurghi e Odontoiatriannuncia: "C'è il rischio di una disomogeneità culturale e di trattamento"

La riforma del Sistema sanitario regionale è sottoposta al vaglio da parte degli addetti ai lavori: i medici rivendicano un loro ruolo centrale all'interno della revisione complessiva e non certo di meri esecutori di atti decisi da altri e, seppure approvino la premessa del paziente posto al centro, rilevano alcuni rischi che potrebbero condurre a disomogeneità territoriali, inappropriatezze, disparità di trattamento e perdita della loro funzione baricentrica.

Secondo la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri del FVG, organo che raccoglie in un ente unico tutti gli Ordini dei Medici della Regione il primo passaggio dovrebbe essere “l’implementazione territoriale per poi agire sul disinvestimento ospedaliero, per non privare i pazienti di un riferimento certo nella trasformazione/trasferimento delle strutture”. I medici chiedono anche una simulazione degli effetti finanziari globali delle azioni previste e degli effetti finanziari specifici sulle strutture territoriali ed ospedaliere nelle diverse aree, alla luce della mancata chiarezza sia sulla logica del finanziamento (per acuti e cronici) sia su chi eserciterà il ruolo di valutazione e controllo e quello di programmazione.

Da tutto ciò derivano le preoccupazioni sull'equità territoriale da salvaguardare. Sarebbe preferibile indicare fin da subito nell’Azienda Unica Regionale l’effettiva riorganizzazione del sistema.

La categoria auspica un'adeguata individuazione delle funzioni distrettuali oltre al potenziamento del territorio ritenuto prioritario rispetto ai tagli ospedalieri e a risorse dedicate al coinvolgimento dei medici e dei cittadini nei progetti di prevenzione primaria. Del resto, è stato proprio il contributo dei medici di base a consentire il ridimensionamento del numero percentualmente elevato dei posti letto negli ospedali. I medici dicono un fermo no ad un preventivo smantellamento di funzioni e strutture ospedaliere, soprattutto in una fase in cui si pronostica la riacutizzazione dei pazienti cronici. Inoltre, la riorganizzazione dei presidi ospedalieri appare non del tutto collegata ad un esame della distribuzione dei volumi e della casistica.

Incassano il parere favorevole della FROMCeO le innovazioni relative alle Strutture Intermedie e alle Strutture e interventi a rilevanza sociosanitaria, mentre si rilevano criticità riguardo alle strutture associative e alla loro natura giuridica (“paiono caratterizzarsi troppo sotto il profilo specialistico lasciando aperte le porte o a forme surrettizie di “acquisto” di servizi o alla trasformazione in strutture abitate da 'dipendenti' piuttosto che da convenzionati”).
Sul versante dell'autorizzazione e accreditamento delle strutture, l'Ordine domanda di attendere i criteri nazionali che fungeranno da guida nella stesura di una normativa che armonizzi la disciplina autorizzativa sull’intero territorio regionale.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I medici udinesi criticano la riforma sanitaria regionale: "Servono simulazioni su effetti finanziari"

UdineToday è in caricamento