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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Legambiente cerca un confronto con il Comune di Pozzuolo del Friuli

L'associazione ambientalista si dichiara preoccupata per gli effetti che potrà comportare l'adozione della nuova variante 45 al piano regolatore comunale della cittadina mediofriulana

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Si è svolto martedì scorso a Pozzuolo del Friuli un incontro di soci e simpatizzanti di Legambiente, presenti visto l’argomento anche numerosi consiglieri ed ex consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, per discutere le procedure di approvazione della recente variante 45 al piano regolatore comunale e i suoi effetti sul territorio comunale.

Dopo il saluto del presidente del Circolo di Udine Marino Visintini, l’argomento è stato illustrato da Bruno Repezza che ha riepilogato le critiche dell’associazione, riferendo singoli casi esemplari, relativi alla procedura di adozione e approvazione: dichiarazioni di urbanizzazione in atto per terreni che ne sono invece privi, dichiarazioni di saturazione (premessa indispensabile per utilizzare la flessibilità con l’adozione di nuove varianti senza approvazione da parte della Regione) di lottizzazioni mai avviate; mancato computo di insediamenti teorici nelle zone C già previste ma non realizzate.

A fronte dei circa 6.900 abitanti attuali l’esito finale della variante aumenta le possibilità insediative fino a oltre 10.000 abitanti, ulteriori 600 in più rispetto ai 9.500 circa già possibili prima della variante. Un altro possibile consumo di suolo autorizzato per 18 ettari a fronte di circa 50 già autorizzati ma non utilizzati.

E’ poi intervenuto Emilio Gottardo, coordinatore del gruppo di lavoro urbanistica del Circolo, illustrando le iniziative in corso da parte di Legambiente in generale sui temi sempre più scottanti del consumo di suolo e dell’edificazione incontrollata, e in particolare sulla variante approvata dal consiglio comunale. Sul tema il Circolo si è rivolto agli assessori regionali Riccardi e Ciriani, ritenendo che il caso in discussione sia esempio simbolico di una generale situazione in cui operano Comuni e Regione: impossibilità di certificare la dichiarazione di non sostanzialità votata dal Consiglio comunale; elusione delle normative comunitarie riguardanti gli obblighi della Valutazione ambientale strategica; impoverimento della trasparenza amministrativa e della partecipazione delle comunità locali.

E’ seguito un lungo dibattito che ha ragionato sulla crescente urbanizzazione del Comune, sulla sua collocazione a ridosso del capoluogo, sull’utilizzo in passato dell’edificazione per intervenire nelle crisi aziendali, sulle logiche di scambio e di creazione del consenso nella formazione delle scelte urbanistiche, sugli impatti finanziari in entrata e in uscita delle concessioni sulle casse comunali e sul profondo ripensamento che da molti anni e da più parti viene sollecitato in Italia riguardo alla c.d. "urbanistica contrattata".

A conclusione è emersa diffusamente l’esigenza che – per quanto a posteriori – l’Amministrazione si renda disponibile per un confronto pubblico sulla variante contestata, sulle premesse urbanistiche e legislative che la giustificherebbero. Premessa indispensabile per una riflessione nella comunità che sappia contemperare le esigenze personali, familiari, d’impresa, con quelle generali di ridurre il consumo di suolo e conservare l’identità dei luoghi.

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