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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cavazzo Carnico

Lago di Cavazzo: "Serve un intervento complessivo. Acqua significa democrazia!"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Valentino Rabassi (per il “Comitato per la difesa e valorizzazione del lago”) e di Franceschino Barazzutti (“Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento”)

Ad ogni siccità i dirigenti del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana non sanno far altro che indicare, come rimedio, la derivazione dello scarico del lago di Cavazzo o dei Tre Comuni alla rete irrigua consortile, del costo di 30 milioni di euro.

Recentemente lo ha ripetuto il direttore ing. Canali: “E’ l’unica soluzione possibile - conclude Canali - ed è prevista nel Piano di tutela delle acque”. Solo che l’ing. Canali nasconde la propria coda di paglia poiché volutamente “dimentica” che lo stesso Piano prevede che “In tale ambito dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico-economica di realizzazione di un canale di by-pass che convogli direttamente le acque della centrale di Somplago all’emissario del lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare la naturalità del lago stesso”. A questo punto si impongono alcune considerazioni: 

  1.  La derivazione dallo scarico del lago, su cui insistono i dirigenti del Consorzio, comporta l’abbandono del più grande lago della regione all’inaccettabile destino di diventare nel tempo una palude a causa del notevole apporto di fango dallo scarico della centrale, così come dimostrato dallo studio dell’ing. Garzon commissionato dai Comuni rivieraschi e dal BIM, dallo studio dell’ing. Franzil e dai rilievi dei ricercatori dell’ISMAR di Bologna del CNR.
  2. Di fronte a questo scenario, per non finire “infangati” assieme ai dirigenti del Consorzio, la politica e le istituzioni a tutti i livelli non possono far finta di non vedere, di non sapere e lasciare al Consorzio di fare il bello ed il cattivo tempo. Devono farsi responsabilmente carico del problema dando soluzioni complessive, non parziali, rispettose dei vari interessi, all’impiego della risorsa idrica. Devono dire chiaramente se intendono lasciare morire il lago o se, invece, prendendo esempio dalla Carinzia e della Slovenia, lo vogliono salvare, valorizzare e consegnarlo vivo e rinaturalizzato alle future generazioni, varando concrete iniziative, non calate dall’alto, ma ragionate e concordate con la popolazione ed i Comuni della Valle del Lago e del comprensorio, iniziando da quel previsto ma mai nato studio di fattibilità del by-pass del lago.  
  3. La costruzione del by-pass, captando le acque turbinate dallo scarico della centrale e convogliandole direttamente allo scarico del lago, evita che in esso confluisca acqua gelida e fango, permette, allo stesso tempo, al Consorzio di derivare l’acqua dallo scarico del lago nel torrente Leale, alla centrale di continuare a produrre energia, al lago di essere finalmente rinaturalizzato e valorizzato.  
  4. Gli abitanti della Val del Lago non permetteranno, dopo lo sconvolgimento del lago con lo scarico in esso della centrale idroelettrica , della valle con l’autostrada e con l’oleodotto e  stazione di pompaggio sulle rive, che si impongano contro la loro volontà opere rispondenti solo ad interessi egoistici esterni  in danno  alla valle, che il lago, già asservito agli interessi idroelettrici forestieri, subisca  ulteriori servitù, che la derivazione del Consorzio sia realizzata  senza la contemporanea esecuzione del by-pass che convogli lo scarico della centrale fuori dal lago, che si cerchi di far passare la furbata dei due tempi: realizzare prima la derivazione del consorzio e poi … dimenticare il bypass del lago!  Del “bene comune acqua” non possono continuare a decidere i soliti “signori dell’acqua”.  Acqua significa democrazia!
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