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Cronaca

Tutto il rock di Gianna Nannini: «Il Ragazzo dell’Europa è ancora attuale»

La cantautrice sarà in concerto a Tarvisio in occasione del No Borders Music Festival in un viaggio tra passato e presente che «darà forza a chi è tollerante»

Teniamo presente tre aspetti. Il primo: il rock è una questione di accento e non solo un modo per fare rumore. Poi ci sono le melodie, quelle indimenticabili degli anni ’80 e quelle più recenti che possono riportati in una classifica. Ma soprattutto c’è l’originalità, espressa attraverso l'inconfondibile voce di una cantautrice capace di unire più generazioni. Gianna Nannini porterà parole ed emozioni a Tarvisio con il suo HitStory Tour, nell’appuntamento del No Borders Music Festival che si terrà venerdì 29 luglio in piazza Unità.

Un arrivo in Friuli, che è anche una terra di confine, per una serata che «non porterà passaporti ma darà forza a chi è tollerante». Proprio lei che nel 1982 scriveva “Ragazzo dell’Europa”, quasi fosse stato un inno alla libertà proprio di chi fugge e viaggia: «Il brano è molto attuale e lancia un messaggio, quello di essere più uniti che mai con un sentimento di appartenenza - racconta l'artista -. Ciò che rimane è un sentimento di approccio alla realtà, con un protagonista che è il ragazzo delle differenze, di fronte a un’Europa interessata a rispondere principalmente alle leggi economiche che superano la volontà degli animi».

Che cosa significa, per una cantautrice, fare ancora del rock?

«Il rock vuol dire avere una voce capace di sprigionare tutte le frequenze armoniche: ecco, questo significa “spaccare”, anche attraverso i testi e non con i suoni di un computer o della tecnologia. Certo, nel rock è entrato il sintetizzatore: penso per esempio al pop di “Fotoromanza”, che poi ha avuto un effetto scatenante. Ma il rock è anche una questione di accenti: io lo faccio da tanto tempo, dopo avere sperimentato molto, anche nella Berlino degli anni ‘80».

Il fatto che il tuo pubblico sia composto da un insieme di generazioni che significato assume?

«È quello di una riscoperta, come avviene per esempio nei confronti dei gruppi che hanno fatto un tipo di rock “organico”. Insomma, non ci si stanca».

Quindi non sono stati rapiti dall’epoca dei talent?

«I talent rappresentano sicuramente un’opportunità: ma sarebbe meglio se si utilizzassero meno format presi dall’estero, sviluppando invece le nostre canzoni. Anziché cantare Britney Spears, meglio una cover di Modugno, riscoperta, e fatta rock».

Anno 2006, nell’album “Grazie” c’era “Sei nell’anima”: un nuovo successo che ha rappresentato un ritorno in classifica.

«Ogni singolo fa parte di un epoca e, in 40 anni, ogni brano ha avuto la sua durata nel tempo. Più in generale, il rock non è mai entrato molto nell’immaginario italiano con una donna protagonista: e, secondo me, proprio le donne devono scrivere e non solo essere delle interpreti».

Tra i brani di ieri e di oggi, chi saranno i tuoi compagni di viaggio?

«Con me ci sarà una band molto affiatata e ricca di esperienze: si tratta di una band “europea”, con varie contaminazioni».

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