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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Massimo Rizzi: "Così racconto la crisi di Udine"

Il fotografo, autore della mostra 'Udine / Appunti sulla crisi', ha raccontato attraverso una serie di immagini il disagio economico e sociale che ha avvolto anche la nostra città

Si intitola "Udine / Appunti sulla crisi", ed è l’esposizione allestita allo Spazio Feltrinelli per “sviluppare, attraverso alcuni percorsi di ricerca, il tema della crisi economica che interessa anche la nostra città”. Parola di Massimo Rizzi, fotografo e autore della mostra che, attraverso una serie di scatti, ha realizzato una propria indagine per illustrare le ripercussioni della depressione.

Da dove nasce l’idea di questo progetto?
“Mi sono accorto che  i segni della crisi, la trascuratezza, il vuoto, e l'abbandono, sono ormai intra moenia, nel cuore della città. Non riguardano le periferie, gli altri, ma tutti noi cittadini. Ho  quindi avviato dei laboratori di fotografia sul tema, svolti dai miei studenti. Visti alcuni interessanti risultati ottenuti, ho in seguito deciso di dare anche io un contributo”.

Com’è percepita, in una città come Udine, la depressione economica e allo stesso tempo sociale?
“L'atteggiamento collettivo mi sembra sia di preoccupazione e paura ma allo stesso tempo di rimozione. I singoli non possono non vedere il degrado che avanza e che ha stravolto gli standard a cui eravamo abituati, ma preferiscono premiare inizative che promuovono l'evasione: in ambito fotografico, ad esempio, si invita ancora a ‘scoprire gli angoli suggestivi’ della città e, sui quotidiani, le pagine della cultura promuovono prevalentemente concorsi fotografici o visioni idilliache della realtà”.

Viviamo nell’era dei social network e degli smartphone: che valore ha, al giorno d’oggi, una mostra fotografica, soprattutto quando si tratta di un'esposizione capace di illustrare simili tematiche?

“Non credo che la fotografia, come ricerca di conoscenza del presente, sia presa molto in considerazione oggigiorno. La maggior parte delle persone ha difficoltà a distinguere tra l'oggetto della foto e la sua rappresentazione. Una foto (o una mostra) è ‘bella’ se ciò che è oggetto della stessa rientra nei desiderata del pubblico. La crisi in sè non piace a nessuno: molto meglio dei soggetti che appaghino la nostra immaginazione senza costringerci a riflettere, a soffermarci per guardare oltre la mera gratificazione del momento e leggere la realtà. Anche se la rappresentazione è banale, stereotipata o addirittura al limite del parodistico, non importa: l'osservatore vorrebbe essere lì, vivere quella situazione, evadere dalla realtà.  Al limite, sono accettabili fotografie che rientrano nella categoria rassicurante del ‘reportage’, cioè immagini realizzate con forti contrasti tonali e di reltà abbastanza lontane da noi, da non coinvolgerci direttamente”.

15 028 via Poscolle-2Che risposta si aspetta dalle istituzioni e dalla cittadinanza?

“Per mestiere mi occupo principalmente di didattica della fotografia, che vivo e provo ad insegnare come forma comunicativa personale, privata e necessaria. È un mestiere che mi piace molto e che volevo svolgere fin da ragazzo, anche perchè fotografare mi è servito per superare situazioni che un adolescente non dovrebbe vivere. Se lo faccio, quindi, è perchè credo nella sua utilità sociale e perchè ne vedo i risultati a livello individuale. Mi dicono che la mostra è visitata, ho letto commenti personali generosi e assolutamente non di rito, e questo mi fa piacere e mi sprona a continuare. Per quanto riguarda gli organi pubblici e privati, ho avuto uno scarsissimo riscontro. Tra le varie Istituzioni, Enti e Associazioni interessate da queste problematiche e a cui ho inviato una richiesta di collaborazione, anche per valutare insieme la fattibilità di realizzare un progetto approfondito sul tema, solo l'assessorato alla Cultura di Udine e Legambiente mi hanno almeno inviato una mail di risposta. Come autore ovviamente non pretendo interessamento, ma come cittadino sono perplesso”.

La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile allo Spazio Feltrinelli di Udine - via Canciani, fino al 23 agosto 2015.
 

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