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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Infezioni all'ospedale, Fogolâr Civic: “Si pubblichino i dati!”

Il trentennale sodalizio civista euroregionale chiede anche un confronto con le finitime realtà di Carinzia, Slovenia e Veneto

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

“Che l'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine possa davvero essere uno tra i migliori nosocomi d’Italia secondo alcuni dati diffusi a mezzo stampa, da un lato senz'altro può lusingare la realtà locale e rendere omaggio alla dedizione di non pochi medici e personale, dall'altro propone il facile confronto con una dimensione nazionale la quale, nel più ampio contesto dei servizi al cittadino, non pare brillare in ambito europeo. Alla stessa stampa che dirama notizia di simili eccellenze chiederemmo anche di conoscere, in termini assoluti, percentuali e comparati, su quali posizioni si attesti l'ospedale civile udinese in ordine, ad esempio, alle infezioni nosocomiali contratte dall'utenza in detta sede, fenomeno ovunque scabroso e ancor più inaccettabile quando si connetta a negligenze interne”. Così il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic", prof. Alberto Travain, di fronte alle ultime notizie stampa che danno il Santa Maria della Misericordia tra gli ospedali più quotati del Paese. “Chiedemmo anche un utile confronto con le finitime realtà di Carinzia, Slovenia e Veneto”. Su questi temi il sodalizio si era mosso già in occasione dei festeggiamenti per il 794° Compleanno della Città, il 13 settembre 2017, quando in Piazza XX Settembre, presso il pozzo dell'antico Ospedale, aveva deposto un “omaggio civico a fustigatori e vittime di malasanità”, “a cjastics e batûts di sanitât clope”, appendendovi anche un “cahier de doléances”, petizione “per la prevenzione della malasanità”, in versione bilingue italiana e friulana, rivolta alla civica attenzione di tutti e teso alla più ampia mobilitazione.“Mille senz'altro sono le istanze – si scriveva – di verifica e di presidio che una comunità civile ha pieno titolo di avanzare a protezione dei propri malati presso Istituzioni la cui legittimità è da pesarsi significativamente sulla qualità della tutela offerta alla popolazione inferma ed ospedalizzata. Due se ne scelgono, dunque, quest'anno, nell'anniversario di fondazione urbana udinese, richiamo a remote radici locali di civiltà e di coscienza civica: una, minimale ma basilare, a salvaguardia dell'intimità delle persone; l'altra, eclatante, a garanzia effettiva dell'incolumità del ricoverato. 1 - Non potrà dirsi, quindi, tutelata la dignità umana qualora pazienti allettati dovessero essere costretti a svolgere i propri bisogni fisiologici quotidiani senza la civile ordinarietà di una paravento atto a preservarne debita privatezza. 2 - Non potrà darsi adeguatamente per garantita la sicurezza dei cittadini ricoverati qualora degenze a scopi di cura ovvero d'intervento determinati potenzialmente debbano comportare rischio di contrazione d'infezioni anche gravi e talora mortali, il cui dilagare pare più comodo attribuire a conseguenza d'eccesso di antibiotici che magari al livello di pulizia e precauzione effettivo riscontrabile nelle sedi ospedaliere su cui ineludibilmente risulta essere imperativo investire e sorvegliare. Un appello a tutta la cittadinanza, alle sue istituzioni e forze sociali, alla stampa libera: siano fermo presidio a tutela dei malati, nel grato rispetto del migliore personale sanitario ma anche nella salutare censura dei soggetti che dovessero mancare al loro ruolo professionale, ispettivo e politico-amministrativo nel più proficuo quadro di una sanità seria ed empatica nei confronti dell'umanità dolente!”. Anche in quell'occasione il Messaggero Veneto, quotidiano udinese in vendita in edicola, si era curato di evitare la notizia.

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