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Insulti al portiere del Milan / Rizzi / Piazzale Repubblica Argentina

Caso Maignan, identificato un 46enne residente in provincia

Il soggetto è stato identificato grazie all'analisi delle immagini di videosorveglianza dello stadio. Sarà bandito a vita dallo stadio

C'è un primo responsabile e c'è una prima sanzione per il caso Maignan. Si tratta di un 46enne residente in provincia di Udine, a cui è stato vietato l'accesso a tutte le manifestazioni sportive per la durata cinque anni. Gli agenti della questura di Udine, nel corso degli approfondimenti investigativi iniziati nella mattina di oggi grazie al supporto dell'impianto di videosorveglianza del Bluenergy Stadium, hanno individuato il soggetto indiziato di avere proferito invettive a sfondo razzista, urlando per dodici volte "n**** di m****", all'indirizzo del numero uno rossonero dopo il gol dell'1 a 1 di Samardzic (quindi successivamente alle proteste di Maignan, che erano iniziate sullo 0 a 0). L'uomo è lo stesso che si può ascoltare in un video diffuso nelle ultime ore sulle piattaforme social.  Già noto alle forze dell’ordine è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Udine. Ora gli inquirenti valuteranno la situazione e i termini di violazione della legge Mancino. Le attività investigative proseguono al fine di identificare ulteriori soggetti responsabili di atti di discriminazione razziale.

La posizione dell'Udinese

Il club bianconero è ancora più duro, impedendo all'individuo identificato di mettere piede per sempre nel suo impianto. "Udinese Calcio comunica – si legge in una nota ufficiale della società – che il soggetto in questione sarà, a tempo indeterminato, bandito dal nostro stadio con effetto immediato. Il club tempestivamente, già da sabato sera, ha lavorato in stretta collaborazione con le autorità, mettendo a disposizione tutte le sue telecamere e la strumentazione d’avanguardia di cui è dotato il Bluenergy Stadium al fine di dare una riscontro rapido alle indagini ancora in corso. L’Udinese ringrazia la Questura di Udine per la collaborazione e conferma la sua fermezza nel colpire i responsabili degli insulti che infangano l’etica sportiva del club, della Regione, della città di Udine e di una tifoseria che, da sempre, sono un modello di integrazione e rispetto".

Articolo modificato alle 18.31 del 22 gennaio 

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