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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Contrabbandavano "pseudo gasolio" dal Nord Europa, smantellata banda criminale

133 persone denunciate. Dopo due anni di indagini la Guardia di Finanza di Udine ha smantellato un gruppo criminale dedito al contrabbando di "pseudo-carburante". Sequestrati immobili, conti correnti ed automezzi per oltre 5 milioni di euro

IL SODALIZIO: era attivo in tutta Italia e forte di una copiosa manovalanza reclutata tra i vari Paesi dell’Unione, agiva dietro impulso di una ristretta elite, ubicata in Svizzera, al cui vertice sedevano un italiano di origine giuliane ed un polacco. Grazie a numerose intercettazioni telefoniche ed all’installazione sia di localizzatori satellitari “GPS”, su alcuni degli automezzi impiegati per il trasporto del gasolio, che di sistemi di videosorveglianza nei piazzali di sosta e nei depositi di scarico, i militari hanno ricostruito l’organigramma del gruppo, individuandone le varie basi logistiche, sparse tra Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. La successiva perquisizione di tutti gli snodi operativi e degli uffici “direzionali” siti nella Confederazione Elvetica, ha permesso di acquisire un vasto materiale probatorio, la cui analisi ha presto confermato, e meglio chiarito, come il sistema di frode si basasse sull’approvvigionamento di “pseudo gasolio” da depositi ubicati tra Belgio, Germania e Polonia e sulla sua distribuzione, in tutta Italia - schermata dall’interposizione di numerose società fantasma formalmente residenti in diversi paesi europei, comunitari e non - a compiacenti depositi di combustibili, distributori stradali ed altri utilizzatori finali. 

Una volta disarticolata la filiera, è stata, quindi, segnalata al P.M. la necessità di richiedere al G.I.P. l’adozione di provvedimenti ablatori in grado di incidere sulle risorse del gruppo, in maniera sia da recuperare, almeno in parte, le sostanziose imposte evase che, soprattutto, impedirgli di riorganizzarsi e ripartire con le lucrose attività criminali. Il G.I.P., condividendo l’impianto accusatorio prospettatogli dal Pubblico Ministero, ha, quindi, disposto - ad integrazione di un precedente provvedimento, conseguente alla necessità di aggredire un filone del sodalizio già azzerato dalle attività di contrasto - il sequestro preventivo di somme e beni fino alla concorrenza di € 19,5 milioni (corrispondenti all’accisa ed all’IVA evase). 


 

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