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Cronaca

"Il Pride a Trieste sarà una manifestazione di resistenza contro il clima ostile del Fvg"

Parla Nacho Quintana Vergara, presidente di Arcigay Friuli e del comitato che ha organizzato la manifestazione a Udine nel 2017

Mercoledì 23 gennaio saranno svelati a Trieste tutti i dettagli del prossimo Fvg Pride, che si svolgerà in primavera a Trieste. Nel frattempo Nacho Quintana Vergara, presidente di Arcigay Friuli, spiega le ragioni del perché la parata torna in regione a distanza di due anni da quella che ha coinvolto 7mila persone a Udine.

La decisione

«Abbiamo deciso di far tornare il Fvg Pride nel 2019 visto il clima politico e sociale ostile che è si è instaurato in Friuli Venezia Giulia. Tutto il lavoro fatto in decenni di sensibilizzazione delle istituzioni, per quanto riguarda le disciminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e l’identità di genere, è stato cancellato», commenta Quintana Vergara, che nel 2017 è stato il presidente del Comitato organizzativo del Fvg Pride. «Ora ci accorgiamo che è in atto un tentativo di rendere di nuovo invisibile la popolazione Lgbt e lo strumento più forte di lotta della nostra comunità è proprio il Pride: una grande manifestazione insieme a tutta la società civile per rivendicare ciò che ci è stato tolto e per avere quello che non abbiamo mai avuto». Il manifesto del 2017, infatti, era stato presentato come un’occasione per riaffermare l’impegno a lottare contro ogni forma di violenza e di discriminazione agita non solo nei confronti delle persone Lgbt, ma anche delle donne e delle persone di diversa provenienza etnica.

Le richieste

Le istanze che il comitato organizzatore aveva avanzato avevano la natura di una rivendicazione trasversale. «Il Pride è una mobilitazione che coinvolge necessariamente tutte le componenti individuali e collettive della società civile nella rivendicazione e celebrazione pacifica dei valori universali contenuti anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e che sono alla base dell’Articolo 3 della Costituzione Italiana».

Perché Trieste?

«È stata al centro delle politiche regionali degli ultimi mesi e la prima città a uscire dalla rete Re.a.dy (Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, n.d.r.). Abbiamo considerato che fosse la città giusta per manifestare, visto che il Fvg Pride è una manifestazione livello regionale e Trieste si è dimostrata una città istituzionalmente ostile nei confronti delle persone Lgbt, oltre ad essere quella con il più alto numero di aggressioni. A differenza della prima edizione - conclude Quintana Vergara - in cui il nostro tentativo era sensibilizzare una popolazione che noi consideravamo aperta al confronto rispetto a queste tematiche, oltre che all’approfondimento e alla conoscenza, questa seconda sarà evidentemente un'edizione di resistenza».

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