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Cronaca Latisana

Danni per 1 milione di euro, in manette la banda del fotovoltaico

L'operazione, messa a segno dagli uomini del Norm di Latisana, ha ricostruito le vicende di sei colpi tra la Bassa e il Medio Friuli. Il materiale era tutto destinato in Marocco

Un milione di euro di danno complessivo - 600mila euro di materiale rubato e 400mila di danneggiamenti sttrutturali -, oltre 2mila e 200 pannelli rubati, 15 arresti e 13 denunce in stato di libertà. Sono questi i numeri dell’operazione “Solis”, messa a segno dai carabinieri degli uomini del Norm di Latisana - comandati dal maggiore Filippo Sautto -, che ha permesso di bloccare una serie di furti di pannelli fotovoltaici nella Bassa friulana e nel Medio Friuli, tra le province di Udine e Pordenone. Tutti i soggetti coinvolti sono di nazionalità marocchina, residenti in diverse parti d’Italia (nelle zone di Forlì-Cesena, Savona, Modena, Monza-Brianza, Verona, Mantova, Perugia e Salerno). Cinque soggetti sono stati bloccati in flagranza di reato, mentre tentavano l’ultimo colpo, mentre gli altri dieci sono stati arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Comez del tribunale di Udine su richiesta del pm Panzeri: sei sono finiti in carcere e gli altri quatto agli arresti domiciliari. 

La presentazione dell'operazione

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I colpi

In totale sono state registrate sei azioni da parte del gruppo, datate 2017. La prima a Palazzolo dello Stella il 13 febbraio, la seconda a Morsano al Tagliamento tre giorni dopo, la terza a Precenicco il 9 marzo e la quarta a Basiliano il 10. Il 12 è stata la volta di Valvasone, mentre il 17 è toccato a Bagnaria Arsa. 

Il metodo

I ladri non agivano con una sola uscita, ma pianificavano il furto in almeno due spedizioni, come faceva anche la banda messa in ginocchio lo scorso mese di ottobre. Il tutto - eseguito con grande rapidità - veniva fatto di notte, in modo che - non essendoci sole - non venisse registrata nessuna anomalia da parte di chi controllava in remoto le strutture. Nella prima "spedizione" si occupavano di allentare i bulloni che tenevano fissati i pannelli alla struttura - l’operazione più lunga - per poi, nei giorni successivi, togliere i pannelli dopo aver tranciato i cavi dell’alimentazione. 

Una delle azioni riprese dalle fotocamere dell'Arma

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Sequestri

Nel corso delle indagini gli uomini dell’Arma hanno sequestrato quattro furgoni e due autovetture, riuscendo a recuperare oltre 800 pannelli rubati. 

Le destinazioni 

Questo genere di furti, come ha precisato il comandante provinciale dei carabinieri - colonnello Marco Zearo -, «vengono sempre eseguiti su commissione, in ragione di una domanda che è già stata avanzata». Per questa ragione l’organizzazione sapeva già che avrebbe dovuto destinare tutto il materiale in Marocco. I pannelli, stipati in piccoli furgoni per non dare nell’occhio (nascosti dietro ad altro materiale) viaggiavano così prima verso i porti italiani, poi in quelli francesi o spagnoli e alla fine in Marocco, per arrivare alla meta finale.

L'interno di uno dei furgoni usati dall'organizzazione

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