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Cronaca Gemona del Friuli

Furti per 1 milione di euro, in ginocchio una banda che ha colpito in Friuli

Sette le persone individuate, tutte di nazionalità romena, cinque quelle finite in manette: uno di questi aveva alle spalle 6 arresti e 4 espulsioni. La banda aveva base nel Bergamasco e ha agito in tutto il nord Italia

Agivano con determinazione e metodo, in modo rapido e seriale. L’aliquota operativa dei carabinieri di Portogruaro, sotto la direzione investigativa della Procura della Repubblica di Pordenone, è riuscita a disarticolare una banda criminale che si occupava di furti a danno di esercizi commerciali, pubblici e privati. Tra i luoghi colpiti - è coinvolto tutto il nord Italia - anche Gemona. Sono state indagini minuzione e complesse. Il gip del Tribunale di Portogruaro, Alberto Rossi, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 7 cittadini romeni: 4 di questi sono stati intercettati ed arrestati mercoledì mattina in provincia di Bergamo, a Romano di Lombardia, un quinto è stato invece arrestato a Vicenza. Uno dei "lombardi" stava tornando da un'ennesima razzia. Ha cercato di sfuggire alle forze dell'ordine correndo a piedi nudi sul tetto (come si vede dalla foto). Lì è stato bloccato. Scene da vero e proprio film d'azione.

I NUMERI. Sono in tutto 22 i furti accertati nel corso dell’indagine, che ha permesso di individuare alcune aziende italiane che ricettavano il materiale rubato: si tratta di realtà della provincia di Bergamo, i cui titolari sono stati denunciati alle autorità competenti. Si tratterebbe soprattutto di ditte specializzate in pezzi di ricambio per furgoni o automobili, il "core business" della banda. I blitz dei militari dell’Arma hanno permesso di recuperare circa 10 quintali di cavi in rame, per un valore complessivo di 100mila euro, nonché tre veicoli industriali e un’automobile. Tutti i membri della banda, nullafacenti, avevano provvedimenti penali alle spalle, uno di questi 6 arresti e 4 espulsioni dal territorio. Tanto che il procuratore capo reggente di Pordenone, Federico Facchin, si è spinto a chiedere dei Cie in ogni regione perlomeno per chi deve lasciare il territorio nazionale per motivi di ordine pubblico o di pericolosità sociale: «Fosse così non avrebbe continuato a delinquere», ha dichiarato. Nel mirino un 53enne romeno recordman di precedenti. Ciò non gli ha impedito di continuare a imperversare nel Nord Italia, soprattutto con 2 complici: un 34enne e un 32enne. Dopodiché in manette sono finiti anche un 28enne e un 27enne.

Furto di rame a Gemona, gli arrestati

I PRIMI COLPI. La catena di furti ha avuto inizio nell’estate del 2016. Tutti in rapida successione. Il primo negozio accertato ad essere finito nel mirino dei ladri è stato Ottica.com di Fossalta di Portogruaro: i malviventi il 27 maggio scorso, dopo aver infranto la porta principale con una “flex”, hanno rubato 200 paia d’occhiali di varie marche, nonché un costo apparecchio per gli accertamenti diagnostici sui pazienti. Poco dopo è stata la volta di un deposito del Comune di Portogruaro, dal quale sono stati rubati due furgoni Fiat Doblò, oltre a materiale edile ed idraulico. I banditi si sono impossessati anche di altri due furgoni, uno di proprietà della Blu Tecnica di Concordia Sagittaria, all’interno del quale era installata attrezzatura per la costruzione di prefabbricati, l’altro della ditta Mio, che conteneva piastrelle e rivestimenti in ceramica.

UN'AUDI "SEMPRE PRESENTE". Viste le circostanze, per le forze dell’ordine è stato naturale pensare ad una banda organizzata di trasfertisti, pronti anche a compiere viaggi di centinaia di chilometri per commettere furti a danni di aziende e cantieri. A quel punto è stata organizzata una squadra investigativa “ad hoc”, con i militari che hanno cominciato ad acquisire dati di traffico telefonico, filmati di videosorveglianza dei negozi colpiti, oltre a monitorare le varie telecamere presenti sulle strade che potevano essere “battute” dai trasfertisti. Incrociando le risultanze, gli investigatori hanno notato che in tutti i furti compariva la stessa macchina, un’Audi: l’auto giungeva nella notte dei furti a Portogruaro, proveniente dalla provincia di Bergamo, poi, una volta messo a segno il colpo, rientrava seguita a breve distanza dai veicoli rubati, carichi di refurtiva.

INDAGINI AD AMPIO RAGGIO. Gli investigatori hanno quindi messo in piedi un servizio di osservazione della zona, ampliando poi il raggio d’azione nelle aree geografiche dove il gruppo aveva stanziato la propria base operativa. Nel frattempo i furti continuavano ad essere messi a segno con costanza, in varie province del nord: Bergamo, Brescia, Pavia, Udine, Venezia, Verbania, Verona e Vicenza. Furti portati a termine con decisione, tutti con refurtiva ingente, per valori superiori al milione di euro. Proprio la capacità dei malviventi di muoversi con disinvoltura in tutta l’Italia settentrionale, e apparentemente senza dei criteri specifici, ha reso difficili le indagini, con i militari che, di fatto, si sono dovuti trasformare in “trasfertisti della notte” per identificare i responsabili.

Alcuni dei ladri sono stati sorpresi all'alba di mercoledì mentre rientravano dopo aver messo a segno un furto. «Abbiamo interrotto attività di ladri che colpivano in tutto il Nord Italia - ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri di Venezia, Claudio Lunardo - L'autorità giudiziaria ci ha dato la possibilità di essere tempestivi e svolgere operazioni in tempi rapidissimi. A un certo punto - ha continuato - si parlerà del danno subito da queste aziende. Oltre ai bottini c'è tutto ciò che hanno dovuto mettere in campo per riprendere l'attività produttiva. Perché è stato colpito anche il sistema di produzione. Un danno che noi abbiamo quantificato in 1 milione di euro ma che sicuramente va molto al di là». Tutti i responsabili hanno diversi precedenti, commessi in varie parti. «Uno di loro - ha commentato il procuratore reggente di Pordenone, Federico Facchin - ha avuto 6 arresti e 4 provvedimenti di espulsione. Tutti quanti evidentemente vani. Si tratta di problemi di carattere generale, le leggi evidentemente non hanno efficacia. Se ci fossero centri di trattenimento i reati non sarebbero stati consumati».

L’operazione ("Footing") ha preso nome da uno dei sospetti, che faceva finta di essere impegnato in una corsetta pomeridiana all’EastGate Park: addosso aveva in realtà una bomboletta con teflon, per rendere più facile l’estrazione dei cavi di rame. «I banditi hanno colpito in diversi territori - ha ribadito il capitano delle compagnia dei carabinieri di Portogruaro, Michele Laghi - sempre in aziende pubbliche o private. C’è un caso specifico a Gemon del Friuli, dove si stava costruendo una centrale idroelettrica: hanno rubato materiale che ha poi bloccato l’attività». Si tratta di un colpo messo a segno nella notte tra il 6 e 7 gennaio.

I FURTI. La mappa dei furti è piuttosto articolata. Colpi sono stati messi a segno a Portogruaro (almeno 3, anche nei confronti di un magazzino comunale e dell'Asvo), Fossalta di Portogruaro (all'East Gate Park), Concordia Sagittaria, Lallio (Bg), Landriano (Pv), Treviolo (Bg), Mergozzo (Vb), Gemona del Friuli. Altri sono contestati in Liguria, in provincia di Verona e in provincia di Vicenza.

(da VeneziaToday.it)

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