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Cronaca

Frode milionaria per una ditta "friulana", denunciati 17 contrabbandieri di pellet

Traffico illecito dai paesi dell'Est e evasione fiscale da capogiro attraverso false dichiarazioni di intento. Sequestrati oltre 500.000 chili di materiale

42 perquisizioni sono state eseguite in diversi capannoni sparsi per tutta l'Italia (in Friuli Venezia Giulia,  Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Liguria, Sicilia e Calabria) dando seguito ad un'operazione congiunta condotta dagli uomini della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Udine e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Udine su ordine della Procura della Repubblica di Udine. 

L'azione ha visto impiegati 90 militari e 30 doganieri di vari reparti ed uffici territoriali ed è riuscita a ricomporre una complessa frode in atto da diverso tempo sulla Penisola di circa 2 milioni di euro ai danni. L'indagine, scoperta nei suoi tratti fondamentali dal Nucleo di Polizia Tributaria e dall'Ufficio delle Dogane del capoluogo friulano, è riuscita a ricomporre e a smascherare una diabolica strategia di evasione fiscale architettata da due cittadini russi, entrambi titolari di una azienda friulana, e a denunciare 17 persone in totale. 

IL MECCANISMO: La ditta "friulana" dei russi operava l’acquisto di pellet da alcune società dell’est Europa ma contestualmente lo rivendeva, prima ancora dell’importazione in Italia, ad altre due ditte, gestite da due cittadini rumeni, create ad arte e da filtro per assolvere agli obblighi doganali, riducendo così al minimo le imposte fiscali, scomparendo assieme all’ingente debito d’imposta maturato. 

In Dogana i due rumeni risultavano “esportatori abituali” (pur non avendone i requisiti) e provvedevano quindi a perfezionare l’importazione del prodotto esibendo fatture di acquisto con valori verosimilmente inferiori a quelli, già di per sé competitivi, ottenuti dai due russi. Così facendo ottenevano  un duplice vantaggio fiscale: un’IVA sensibilmente ridotta e, grazie alla qualifica usurpata, la compensazione con gli inesistenti crediti d’imposta. 

La frode, oltre che all’importazione, si è poi ulteriormente ramificata nelle cessioni nazionali, interponendo tra le aziende che avevano acquistato ed importato il prodotto ed i reali acquirenti finali, una serie di società filtro, intestate a prestanome, funzionali al solo azzeramento del debito fiscale. Nel corso delle perquisizioni, i militari e i doganieri hanno rinvenuto e sequestrato oltre 500.000 chili di pellet, interamente riconducibile a quello commercializzato dal sodalizio. Le analisi di laboratorio, cui il prodotto è stato immediatamente avviato, diranno, ora, se il pellet sia qualitativamente idoneo ad essere impiegato per usi domestici.

contrabbandavano pellet dai paesi dell'est con false dichiarazioni di intento.-3

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