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Cronaca

Lo sciacallo dorato italiano compie trent’anni: proseguono gli studi in Friuli Venezia Giulia

Spesso viene scambiato per una grossa volpe o per un lupo e per questo motivo la sua presenza può passare inosservata per lungo tempo. Lo sciacallo dorato, tuttavia, è presente nell'Italia nord-orientale da almeno trent'anni e il Friuli-Venezia Giulia rappresenta un osservatorio di ricerca molto importante per studiare l'espansione della specie

Nel biennio 2012-2013, Stefano Pecorella dell’associazione naturalistica Canislupus Italia e Luca Lapini del Museo Friulano di Storia Naturale, entrambi membri del gruppo di studio internazionale sullo sciacallo dorato europeo (GOJAGE), hanno svolto una ricerca nel Carso Goriziano utilizzando alcune trappole fotografiche. Questi strumenti (fotocamere innescate da un sensore IR) hanno permesso di accertare la riproduzione della specie in entrambi gli anni e di ottenere importanti indicazioni sui ritmi di attività degli sciacalli residenti, individuando anche delle interferenze con altri mammiferi presenti nell’area. Lo studio verrà presto pubblicato su una rivista scientifica e reso disponibile nella sezione bibliografica del sito: www.goldenjackal.eu .

Lo sciacallo dorato italiano compie trent’anni

Nel lontano gennaio 1984 una strana grossa volpe veniva uccisa nel Bellunese da un guardiacaccia della Provincia. Di quell’animale è stata conservata una fotografia che, a distanza di anni, ha consentito a Luca Lapini (zoologo del Museo Friulano di Storia Naturale) di identificare correttamente la specie: si trattava del primo sciacallo dorato abbattuto in Italia. L’anno successivo (1985) una giovane femmina di 5-6 mesi veniva abbattuta alla periferia meridionale di Udine, durante una regolare battuta di caccia alla volpe. È la prima prova certa di riproduzione in Italia. Da allora le segnalazioni di sciacallo nell’Italia nord-orientale e le prove inequivocabili della sua presenza sono via via aumentate, tanto che è stato protetto dalla legge italiana già all’inizio degli anni ’90 (LN 157/1992). Nonostante questo, ancora oggi lo sciacallo dorato viene spesso scambiato per volpe e questa confusione porta talvolta ad abbattimenti accidentali. Per questo è importante parlarne e fare conoscere la specie al grande pubblico.

Oggi lo sciacallo dorato si riproduce in diverse aree del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto: nel Carso goriziano e triestino e nelle Valli del Natisone, ma anche nell’alta Val Tagliamento e in alcune zone della Provincia di Belluno. Animali isolati sono stati peraltro segnalati anche nell’alta pianura udinese, nel vicino Veneto e persino in Trentino Alto Adige (Province di Trento e Bolzano), dove la specie ha da poco raggiunto la Val di Non.

La specie ha avuto origine in Asia Minore ed ha raggiunto il continente europeo alla fine delle glaciazioni pleistoceniche. Le popolazioni più numerose si trovano nella Penisola Balcanica ed in particolare in Bulgaria e Romania. Gli sciacalli italiani provengono dalle popolazioni della costa adriatica (Dalmazia) e della Croazia orientale (Slavonia), come dimostrato da un recente studio sul DNA degli esemplari italiani. Attualmente la specie è in forte espansione verso l’Europa centrale ed ha già raggiunto Austria, Svizzera, Germania e persino l’Estonia e la Bielorussia. La grande adattabilità e lo spiccato opportunismo alimentare dello sciacallo dorato (la capacità di sfruttare in maniera opportunistica le risorse alimentari, incluse quelle scartate dall’uomo in attività come la pastorizia, la caccia, l’agricoltura e lo smaltimento dei rifiuti) sono le sue caratteristiche vincenti, che ne hanno favorito l’espansione in Europa. Tuttavia lo sciacallo dorato ha un grande nemico naturale: il lupo grigio (Canis lupus), in grado di escluderlo dal proprio territorio, anche predandolo attivamente. Il recente ritorno del lupo nell’Italia nord-orientale aprirà nel prossimo futuro nuovi ed interessanti scenari biologici, ancora tutti da valutare.

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