Dal Friuli al Kurdistan iracheno, per tutelare un patrimonio minacciato
Francesca Simi, dottoranda dell'Università di Udine, è alla ricerca di fondi per continuare a sviluppare il suo progetto di ricerca nel Kurdistan iracheno, territorio settentrionale del paese asiatico
Da Pisa al Kurdistan iracheno, passando per Udine. Il viaggio non rappresenta di certo uno degli itinerari standard dei viaggi nel vicino oriente, ma se di professione sei una dottoranda in scienze dell’antichità la cosa inizia ad avere molto più senso. Protagonista della vicenda è Francesca Simi, che nella città toscana è nata e vissuta fino alla laurea, ma che per approfondire le sue competenze sui in beni archeologici è salita fino al nord-est d’Italia, frequentando la scuola di specializzazione in beni archeologici degli atenei di Venezia, Trieste e Udine. Facendo base in Friuli, dove c’è il suo “tutor” Daniele Morandi, Francesca cerca di sviluppare la sua ricerca - inserita nel progetto “Terra di Ninive”- , che prevede scavi e ricerche nella zona settentrionale del paese asiatico.
In cosa consistono i suoi studi nel Kurdistan iracheno? «Si tratta di una ricognizione di tipo intensivo in una piccola area nella piana di Navkur. “Terra di Ninive”, il programma dell’Università di Udine all’interno del quale si sviluppa il mio lavoro, è iniziato da diversi anni. La prima campagna vera e propria è stata realizzata nel 2012. Io sono attiva dal 2013, e ho già fatto quattro missioni sul posto, ognuna delle quali della durata di diversi mesi».
Perché questo tipo di analisi sarebbe importante? «Perché si esplora una piana storicamente fertile, che ha sempre rappresentato uno snodo commerciale dalla presistoria in poi. La regione è inesplorata dalla tecnologia moderna, e in questo senso il lavoro dei ricercatori è ancora più avvincente. Inoltre siamo a pochi chilometri dalle terre assoggettate alle milizie dell’Isis, e se questa zona passasse sotto il loro controllo perderemmo un patrimonio di conoscenze enorme come già accaduto da altre parti. Per questo studiamo i trascorsi di quei posti.Una volta raccolto ed elaborato tutto il materiale al riguardo lo consegneremo alla direzione antichità del Kurdistan».
Quanto “costa” un impegno di questo tipo? «Non moltissimo, ma per farlo al meglio avremmo bisogno di ulteriori fondi, ed è per questo che abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding ad hoc. Il budget da raggiungere è di 9.000 dollari, e per farlo abbiamo poco più di un mese di tempo a disposizione La cifra permetterebbe di coinvolgere altre due archeologi più un disegnatore».
L'area del progetto