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Cronaca

Bonus nido: in regione arriva per il secondo figlio

600 euro al mese destinato ai nuclei familiari con un Isee al di sotto dei 50mila euro e residenti in Fvg da almeno cinque anni

La formalizzazione da parte della Regione di una scelta importante, improntata a un sostegno concreto a favore delle famiglie e del lavoro femminile, in un momento in cui proprio il calo delle nascite conferma una tendenza cronicizzata in Friuli Venezia Giulia su valori sempre più bassi. Così l'assessore regionale alla Famiglia, Alessia Rosolen, a commento della delibera approvata ieri in via preliminare dalla Giunta, su proposta della stessa Rosolen, relativa alla modifica del "Regolamento concernente i criteri e le modalità di ripartizione del fondo per l'abbattimento delle rette a carico delle famiglie per la frequenza ai servizi educativi della prima infanzia".

In sostanza si tratta del bonus di 600 euro al mese per l'asilo nido del secondo figlio destinato ai nuclei familiari con un Isee al di sotto dei 50mila euro e residenti in regione da almeno cinque anni. Come ha sottolineato l'assessore, l'obiettivo è duplice: da una parte c'è la necessità di venire incontro alle esigenze delle donne che si trovano a dover conciliare il lavoro all'impegno della maternità; dall'altra il contrasto a un fenomeno che in regione registra dei dati sulla natalità più negativi di tutto il Nordest, con 6,7 nati ogni mille abitanti nel 2017.

"La direzione che abbiamo intrapreso - ha rimarcato Rosolen - è chiara: il Friuli Venezia Giulia nei prossimi anni deve invertire questa tendenza e diventare una regione a misura di famiglia e di bambino, a partire dai servizi educativi per la prima infanzia". Nel Regolamento è previsto il riconoscimento del beneficio - anche in assenza di documentazione dell'Isee - alle madri di figli minori inserite in un percorso di protezione a sostegno dell'uscita da situazioni di violenza. 

Inoltre il contributo viene ridotto del 50 per cento se nessuno dei genitori, componenti il nucleo familiare, è residente o presta attività lavorativa nel territorio regionale da almeno cinque anni. Dopo questo primo via libera della Giunta, l'iter per l'approvazione definitiva del provvedimento proseguirà ora con il passaggio al Consiglio delle Autonomie locali per l'espressione del parere previsto dalla legge.

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