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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia: "Necessario il completamento"

La Regione Fvg favorevole al raggiungimento di un'intesa con lo Stato per l'ultimazione dell'elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia. Impraticabili l'interramento o le altre soluzioni proposte. Nella delibera si ribadisce il carattere strategico dell'opera a livello regionale e nazionale

I lavori per il completamento dell'elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia potrebbero presto ripartire. Di fatto l'opera, avviata ma interrotta a causa di alcuni ricorsi, non pare destinata a rimanere incompiuta.  Il tema è oggetto di una delibera approvata oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore ad Ambiente ed Energia, Sara Vito. Con essa l'Esecutivo ha espresso parere favorevole al raggiungimento di un'intesa con lo Stato ai fini del rilascio, a favore di Terna, dell'autorizzazione unica ministeriale alla costruzione e all'esercizio di un elettrodotto a 380 kV tra Udine Ovest e Redipuglia. La decisione assunta oggi rappresenta quindi un ulteriore passo avanti verso la conclusione del procedimento autorizzativo alla realizzazione dell'infrastruttura che, come ha precisato l'assessore, è di competenza statale: "è il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) in accordo con il ministero per l'Ambiente a rilasciare l'autorizzazione unica".

"E' un procedimento che questa Giunta ha trovato in avanzato stato di attuazione in quanto l'iter dell'opera è iniziato molti anni fa. La realizzazione dell'elettrodotto era già stata avviata ma interrotta a seguito di alcuni ricorsi", ha ricordato Vito, evidenziando che "successivamente si è riaperta una nuova fase autorizzativa, in cui il progetto non poteva evidentemente essere ridiscusso". Impraticabili dunque soluzioni alternative, quali ad esempio l'interramento.

Di fatto, "la Regione si è mossa nel contesto della procedura statale che era stata interrotta", e  "semplicemente si è fatta una attualizzazione della valutazione di impatto ambientale e di tutti gli aspetti connessi alla esecuzione dei lavori". Nella delibera approvata oggi si ribadisce infatti che l'intesa con l'Amministrazione statale sul progetto possa essere favorevolmente raggiunta, in ragione del carattere strategico dello stesso e dell'interesse regionale complessivo alla realizzazione dell'opera, considerato che l'opera stessa riveste particolare importanza per il sistema elettrico regionale e nazionale e per l'approvvigionamento in sicurezza di energia elettrica da parte di ampie fasce di popolazione e di importanti attività produttive del territorio regionale, così come indicato nel Piano energetico regionale. In proposito, nel documento si richiama anche il fatto che il Piano energetico indica che tale realizzazione è necessaria al fine di ridurre le criticità e razionalizzare contestualmente alcune linee a media e alta tensione presenti nell'ambito territoriale delle province di Udine, Gorizia e Pordenone. Tuttavia la delibera di oggi chiede delle precise contropartite. Si stabilisce infatti che "il decreto autorizzativo finale ministeriale dovrà contenere una serie di  prescrizioni e raccomandazioni", puntualmente e dettagliatamente elencate. Tra le prescrizioni figura in particolare la demolizione di linee elettriche esistenti. 

Inoltre, così in delibera, per assicurare la sostenibilità socio-economica, territoriale ed ambientale del progetto, dovrà essere stipulato uno specifico accordo tra la Regione e Terna, che preveda adeguate misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale a favore dei Comuni direttamente interessati. Con tale accordo si definiranno i criteri di ripartizione e i relativi pesi parametrici delle opere compensative, la cui puntuale individuazione verrà demandata alla definizione di singole convenzioni tra Terna e i Comuni sul cui territorio sarà realizzato l'elettrodotto. "Lo avevamo scritto anche nel Piano energetico, siamo convinti che quest'opera non può rimanere incompiuta; abbiamo espresso più volte questa preoccupazione, stiamo continuando su questo procedimento amministrativo che il Mise sembra voler chiudere in tempi brevi", ha concluso Vito.

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