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Cronaca

Ecotassa sulle auto, in Fvg a rischio 1.500 posti di lavoro

Maurig (Confartigianato): « Il balzello rischia di frenare il mercato a svantaggio di imprese e cittadini con minori disponibilità»

Una tassa sulle nuove auto a benzina e diesel, come previsto da un emendamento alla finanziaria, a vantaggio delle auto elettriche agita anche Confartigianato-Imprese Udine, che al balzello si dice seccamente contraria. Sia per l’alto costo che rischiano di pagare imprese e lavoratori dell’autoriparazione, sia per quello che rischia di abbattersi sulla fascia più debole dei consumatori. 

Maurig

Per Giusto Maurig, vicepresidente dell’associazione provinciale, l’introduzione di una nuova tassa rischia solamente di disincentivare al cambio dell’auto piuttosto che spingere il passaggio al motore elettrico. «Chi si può permettere l’acquisto di un’utilitaria certo non può sobbarcarsi quello di una vettura di ultima generazione. Tantomeno è disposto a vedersi penalizzare con l’ennesima tassa. Risultato? Il balzello rischia di frenare il mercato a svantaggio di imprese e cittadini con minori disponibilità». 
Quanto all’incentivazione per le auto elettriche, cui la tassa si lega nella speranza di frenare appunto gli acquisti di veicoli a carburanti tradizionali in favore delle nuove vetture, Maurig invita alla prudenza: «Se sul mercato l’indicazione è per un cambiamento radicale e inevitabile, che nessuno naturalmente si sogna di ostacolare, dobbiamo però fare attenzione che non sia troppo repentino e dare tempo al sistema di adeguarsi».

Le criticità

Il vice di Graziano Tilatti denuncia tutta una serie di gap che vanno colmati: «Le colonnine sono troppo poche e anche se dovessero essere implementate a stretto giro siamo sicuri che ne basti qualche decina in più? Le auto elettriche oggi hanno circa 300 chilometri di autonomia, tanta quanta ne garantiscono circa 20 euro di carburante tradizionale. Peccato che 20 euro di gasolio si fanno in pochi secondi, mentre per ricaricare l’auto ci vogliono da mezzora a molte ore a seconda del voltaggio della colonnina. Se poi volessimo continuare a sollevare interrogativi, domandiamoci se la dote energetica della regione sopporterebbe in questo momento centinaia di auto agganciate alle prese». 

Lavoro in pericolo

Chi di sicuro non sopporterebbe un cambiamento in tempi brevi è il mondo dell’autoriparazione che in Fvg conta oggi su 1.335 imprese - i dati sono a cura dell’Ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine -, 93 in meno (-6,5%) rispetto alle 1.428 del 2009. A soffrire di più negli anni della crisi sono stati gli elettrauto (-21,9% delle imprese), seguiti da carrozzieri (-9,3%) e meccanici (-4,9%). In controtendenza solo i gommisti, passati da 74 a 83 (+12,2%). «Ora - afferma il capocategoria degli autoriparatori provinciali e regionali, Ruggero Scagnetti - agli effetti della crisi economica rischiano di aggiungersi quelli indotti dal passaggio al motore elettrico che presenta, si sa, poche parti mobili e dunque poco lavoro per le nostre imprese». E a per i lavoratori. «Che sono 4.374. Se ci fosse un cambiamento repentino verso l’elettrico - conclude allarmato il capocategoria - quasi 1.500 di questi (la stima è di uno ogni tre) rischierebbero il posto».

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