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Cronaca

Colapesce in concerto a Udine: un cantautore di stampo europeo

Venerdì 18 dicembre al Teatro S.Giorgio, all'interno della rassegna Dissonanze e del progetto Tx2, ci sarà il "Concerto Disegnato" con protagonisti il cantautore siciliano Colapesce e il disegnatore Alessandro Baronciani

Arriva per la prima volta a Udine, in esclusiva regionale, il cantautore siciliano Colapesce, accompagnato dal disegnatore Alessandro Baronciani. Proporranno il "Concerto Disegnato", con l'illustratore che acconpagnerà con i suoi disegni le note del musicista. Colapesce è tra i migliori cantautori della nuova generazione, di stampo internazionale visto che è stato capace di conquistarsi un'intera pagina del quotidiano parigino "Le Monde".

Prima volta in Friuli, inserito all'interno di una rassegna e valorizzato come concerto importante all'interno della comunità friulana. Che aspettive hai? "Si, come dici non ho mai suonato a Udine e sono molto contento, non vedo l’ora. Nel corso di questi anni in tanti mi hanno scritto chiedendomi un concerto in Friuli, ma non mi era ancora mai capitato di riuscire a soddisfarli".

Ormai siete arrivati a metà tour con il "Concerto disegnato", come sta andando? "Sta andando molto bene, oltre le nostre aspettative iniziali, sia al nord che al sud sta venendo tanta gente. Poi suonarlo così tanto ti permette di esser sempre più sereno durante lo spettacolo, anche stando da solo sul palco. Le proiezioni con i disegni di Alessandro Baronciani sono valore aggiunto, non da poco".

"Grandi apprezzamenti da testate importantissime in Francia, Inghilterra e Spagna. E noi italiani? "Quello di “Le Monde” da un lato è stato un articolo molto importante, un tassello decisivo per la mia breve carriera, ma nello stesso tempo mi fa anche arrabbiare perché in Italia spazi così grandi ad artisti come me vengono concessi rarissime volte, va avanti la retorica. Le vere qualità nel nostro paese vengono spesso ignorate perché non ne parla nessuno".

Ti abbiamo ascoltato a Radio 2, ospite da Caterpillar. Hai l'ambizione di uscire il più possibile dal circuito (indipendente) in cui vieni spesso collocato per abbracciare un mondo più "pop"? "No, quando scrivo le mie canzoni non penso mai a secondi fini di quel tipo, mi fa piacere certo, anche perché la Rai fin dagli esordi supportato ma il mio obbiettivo non è diventare per forza mainstream, voglio continuare un percorso artistico portando avanti la mia idea di musica e una poetica coerente con me stesso. Punto ad un discorso basato sulla qualità."

Cosa ne pensi della deriva pop a cui il mondo indipendente sta facendo l'occhiolino ultimamente? Si pensi ad artisti come Thegiornalisti e Calcutta (spesso in rotazione nelle radio principali) ? "Si, sono progetti che si accostano al cantautorato, ammiccano molto al pop, però distanti da quello di Colapesce. Comunque è vero che il circuito indipendente sta prendendo sempre più una deriva mainstream. C’è una tendenza ad emergere ma abbassandosi al grande mondo mainsteram, omologandosi. Questo secondo me produrrà un effetto  boomerang che fra qualche anno porrà fine alla musica indie. Non vuole essere una critica, ma una considerazione. Si tratta di una tendenza italiana pericolosa, legata al “facciamoci gli spaghetti e non pensiamoci”, e a me dà fastidio finire nel calderone. E ci finiscono per la debolezza e la poca affidabilità di certi giornalisti, per mancanza di conoscenza teorica della musica. Ci sono giornalisti che con una frase riescono ad asfaltare 10 anni di ricerca musicale di un artista".

Cosa vuol dirIe essere cantautore al giorno d'oggi? Molti si autodefiniscono così a sproposito, altri non gradiscono la definizione. "ll termine ‘cantautore’ al giorno d’oggi ha perso il significato che aveva negli anni ’70, quando nacque un movimento preciso, in cui la voce e le parole erano tutto. Nel mio caso mi trovo sempre in difficoltà quando mi definiscono così, perché la mia formazione non è strettamente cantautorale. Infatti nasco musicalmente con una band. Lo scrivere testi d’autore mi ha portato a farmi definire cantautore, ma a me interessa moltissimo la parte musicale, quindi è anche riduttivo per certi versi. Io apprezzo moltissimo Guccini e De Gregori, però non mi sento come loro. Al giorno d’oggi il ‘cantautore’, o meglio l’autore, scrive più per sé, è un songwriter".

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