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Cronaca

Friuli poco tecnologico: mancano gli informatici da assumere

In regione le aziende informatiche fanno fatica a crescere. Non per mancanza di soldi ma di personale specializzato. Una situazione paradossale che si sta verificando al Parco Scientifico e Tecnologico di Udine. Le cause? La formazione non sembra in linea con l'offerta e il nostro paese non sembra pronto al digitale (siamo quartultimi in Europa). La soluzione? La meritocrazia. La nostra intervista a Fabio Feruglio, direttore di Friuli Innovazione

In regione scarseggiano le materie prime in ambito digitale, le risorse umane. Ovvero: programmatori, sistemisti, matematici, sviluppatori, ingegneri di rete e fisici. L'allarme è sHome Friuli innovazione-2tato lanciato dal direttore di Friuli Innovazione, Fabio Feruglio, che ha notato come le aziende che lavorano all'interno del park tecnologico di Udine stiano riscontrando diverse difficoltà a reperire candidati alle offerte di lavoro proposte (qui le offerte di lavoro --> www.friulinnovazione.it/lavora-con-noi). Questi i profili delle posizioni attualmente aperte: commerciale senior, analista programmatore, senior firmware engineer, sistemista informatico junior, sviluppatore software piattaforme web, figura commerciale, front-end developer, analista programmatore, programmatore e innovation engineering. 

Le offerte di lavoro sono quelle delle imprese insediate all'interno del Distretto delle Tecnologie Digitali e, ci ha spiegato Feruglio, essendo private valuteranno i curricula dei candidati soprattutto in base alle competenze descritte, non solo attreverso i titoli di studio. Anche la domanda di un programmatore senza laurea, quindi, sarà presa in considerazione, anche perchè sono comunque previsti dei corsi accelerati di formazione ad hoc per preparare le persone poi individuate.

Mancano informatici, grido d'allarme di Friuli innovazione alla ricerca di 30 profili

Fabio Feruglio-2Ma perchè scarseggia il materiale umano nonostante la presenza a Udine di un invidiato polo scientifico universitario? La domanda l'abbiamo girata al direttore del park. "Evidentemente non si formano abbastanza studenti nelle materie scientifiche - ci risposto Feruglio-. E quelle poche che ci sono, spesso trovano lavoro , in Italia o all'estero, ancor prima di finire il loro ciclo di studi o la laurea specialistica. Solo a livello europeo entro il 2020 mancheranno 800mila persone con competenze in informatica e nel digitale. Un trend destinato a crescere - ci confida il direttore. Bisognerebbe fare più attenzione ai settori in sviluppo e sarebbe auspicabile che chi forma le risorse umane si metta al più presto in sintonia con la domanda del mercato. Pensi - ci confida - , un recente rapporto dell'Unione Europea (DESI) ha collocato l'Italia al 25° posto su 28 nella classifica dell'indice di digitalizzazione presente nella nostra economia e nella società. Siamo allo stesso livello di Romania, Bulgaria e Grecia. Questo significa che tutti gli sforzi che sta facendo l'Italia, ahinoi, non hanno prodotto ancora i risultati sperati. La rotta - conclude Feruglio- si può invertire solo se la meritocrazia diventa l'elemento di valutazione dei risultati ottenuti e delle risorse investite per produrli.

Digital Economy and Society Index (DESI) 2017 

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