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'Made in Carcere': defibrillatore donato attraverso la vendita dei dolci fatti dai detenuti

I detenuti della Casa Circondariale di Udine, attraverso una raccolta fondi e la vendita dei dolci friulani realizzati durante un progetto dolciario da loro svolto, hanno donato un defibrillatore all'infermeria dell'ISIS "A.Malignani"

Un miniprogetto dolciario 'Made in Carcere', dolci friulani prodotti artigianalmente,  realizzato grazie alla direzione della Casa Circondariale di Udine e all’Associazione “Speranza”  Volontari Penitenziari Onlus. “Per sentirci meno diversi, esseri umani capaci di poter aiutare quella società di cui siamo ben consapevoli di averne violato le regole. - hanno affermano Daniele Peri e Roberto Novelli, i due ospiti della Casa Circodariale di Udine che oggi hanno consegnato con orgoglio e tanta emozione,  nelle mani della dirigente scolastica Ester Iannis il defibrillatore acquistato con il ricavato della vendita dei dolci  unitamente ad una ulteriore raccolta fondi effettuata tra gli ospiti stessi della Casa Circondariale - Il frutto di questa produzione  e il contributo economico dei nostri compagni ci ha permesso di realizzare il sogno di tutti noi detenuti: un aiuto alla società e ai giovani di questa prestigiosa scuola a cui affidiamo questo momento di riflessione.”

Una sorveglianza professionale, in una situazione familiare e umana, in un ambiente sano e pulito, certamente diverso rispetto alla nota situazione carceraria nazionale - questo a detta degli stessi ospiti- ma certo la possibilità di collaborazioni con enti esterni all’ambiente carcerario, permettono quella  “osmosi fuori-dentro il carcere che rientra nei processi di reintegrazione nella società, per cui la pena dovrebbe servire - ha affermato il direttore della Casa Circondariale Irene Iannucci - e permette di valorizzare l’aspetto umano ed emotivo dell’attività svolta”.

Alla cerimonia erano presenti l’assessore provinciale all’istruzione e alle attività sportive Beppino Govetto e l’assessore allo sport e all’educazione del Comune di Udine Raffaella Basana. Entrambi hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa e i complimenti alle istituzioni che hanno permesso di realizzarla. Oltre al presidente dell’associazione “Speranza” Enrico Ponta, attiva con volontariato sociale all’interno del carcere da ormai 20 anni, era presente anche la prof.ssa Maria Piani, dirigente scolastica del CTP (Centro Territoriale Permanente) situato presso la scuola media “via Petrarca” (ex Valussi) nell’Istituto Comprensivo II. La dirigente Piani ha sottolineato il progetto  in essere con l’ISIS MALIGNANI che  consente agli ospiti della Casa Circondariale udinese di frequentare il biennio formativo dell’istituto tecnico per poter ricevere il titolo di ammissione al 3° anno: le lezioni vengono tenute da docenti del Malignani in sinergia con docenti della scuola carceraria. “Nel CTP abbiamo inserito anche corsi per la licenza media - afferma Piani - corsi di  italiano, di lingua inglese, di informatica e anche percorsi specifici di educazione fisica grazie alla Polisportiva del Malignani”.
Il prof. Marco Michelutti della Polisportiva Malignani, coadiuvato dal  dr. Alessandro Milan e la dott.sa Caterina Driussi medici  di medicina sportiva, hanno quindi illustrato l’importanza di un pronto intervento in caso di cardiopatia ischemica.”l’80% delle morti improvvise tra i giovani è risolvibile se si interviene entro i 5 minuti dall’assenza respiratoria e assenza di polso, con circolazione cardiopolmonare e con un defibrillatore” ha affermato il dr. Milan.

Al Malignani saranno 12 docenti di educazione fisica  e alcuni studenti del gruppo di Protezione Civile a seguire l’iter teorico-pratico che consentirà loro di utilizzare con cognizione di causa il defibrillatore. “Le palestre del Malignani sono utilizzate dalle 8 del mattino alle 23.00, dagli studenti della scuola così come da tutti coloro che frequentano i vari corsi delle associazioni sportive ospitate. Quella con il CTP e la Casa Circondariale è una relazione che oggi si arrichisce di nuova valenza umana oltre che sociale” ha affermato Ester Iannis.

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