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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

«L'azione dell'omicidio era stata realizzata con coscienza e volontà»

Depositate le motivazioni della sentenza con la quale Nicola Garbino, studente fuori corso di Zugliano, è stato condannato a 18 anni di reclusione per l'omicidio della giovane praticante legale Silvia Gobbato

«L’azione era stata realizzata con coscienza e volontà», dopo un piano «ideato, studiato nei particolari, provato nel corso dei sopralluoghi, programmato con attenzione» da un «criminale maldestro, inabile, inesperto», ma «pienamente imputabile». Così il gup del tribunale di Trieste, Laura Barresi, ha motivato la sentenza di condanna a 18 anni di reclusione pronunciata il primo aprile scorso nei confronti di Nicola Garbino, studente fuoricorso di Zugliano, imputato per l'omicidio della 28enne praticante legale Silvia Gobbato, di San Michele al Tagliamento.

La giovane era stata uccisa a coltellate il 17 settembre 2013 mentre faceva jogging lungo l'ippovia del Cormor, meta tra le preferite dai runner udinesi, preparandosi per la Maratonina della città che si sarebbe corsa di lì a poco. 

Le motivazioni, 40 pagine, sono state depositate nei giorni scorsi. Nella sentenza - come riportato dall’Ansa - il giudice ripercorre il delitto, la scoperta del suo autore in Garbino «senza dubbio alcuno» e la personalità dell'imputato e il suo «passato di sofferenza, cornice entro la quale si è consumato il dramma», sulla cui base il giudice ha ritenuto di concedergli le attenuanti generiche.

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