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Record a Illegio, «E' la mostra che stacca più biglietti in tutto il Fvg»

Sono stati 40mila i visitatori che dal 13 maggio a ieri hanno raggiunto il piccolo borgo alpino carnico per ammirare l'esposizione di opere d'arte dal tema "Padri e figli"

La 15esima mostra internazionale di Illegio si è chiusa ieri notte con l'ormai consueta ultima visita del critico d'arte Vittorio Sgarbi. L'esposizione dal 13 maggio ha staccato in totale 40mila biglietti, ben 3mila in più rispetto allo straordinario record raggiunto nel 2017 e con il dato degli ingressi degli addirittura studenti triplicato. 

Il bilancio

«Attualmente è la mostra che stacca più biglietti in tutta la regione», ha spiegato orgoglioso Claudio Siciliotti, il presidente del Comitato organizzatore di San Floriano. «La piccola frazione di Tolmezzo ha raccolto in 15 anni di allestimenti ben 350 mila visitatori, generando un incremento di flussi e di indotto tale da dare beneficio a tutta la vallata. Un risultato eccezionale considerando il fatto che le mostre vengono ospitate in un paesino alpino di sole 340 anime».  Un bilancio di tutto rilievo che il presidente ha ricordato come sia frutto anche della spinta imprenditoriale data dal direttore Mirco Mastrorosa, dalla bravura dei curatori e dalla professionalità degli oltre 100 volontari e delle 30 guide che hanno reso possibile trasformare le visite guidate in esperienze uniche e sempre diverse. «Illegio ha lanciato una sfida che la nostra comunità deve sapper raccogliere a chi vuol fare impresa e cultura affinchè nel tempo e nello spazio questo baricentro possa riuscire ad espandersi», ha commentato il sindaco di Tolmezzo, Francesco Brollo che ha confermato le ricadute benefiche in vari settori di quella che oramai è un'eccellenza del territorio.

La scelta del tema

Particolarmente vincente è stata la scelta di un tema delicato come la "paternità" (riuscita, imperfetta, assente, umana e divina) che si poteva affrontare osservando nel proprio intimo attraverso le 60 opere d’arte italiane ed europee ospitate. Fra le varie tele erano presenti anche alcuni "inediti", grandi capolavori, autori eccellenti o marginali. Un percorso studiato per portare lo spettatore a meditare, riflettere e - in alcuni casi - a piangere. «Molti visitatori avevano le lacrime agli occhi - ha confermato il curatore, Don Alessio Geretti-. C'era chi pensava ai propri figli persi, chi ai propri padri. Era questa la forza autobiografica del tema da noi proposto». Una meditazione, ha aggiunto il prelato, sicuramente favorita anche dall'ambientazione. «Questo perchè chi viaggia e sale ad Illegio ha la possibilità di incontrare l'Arte, non in una città caotica, ma in un contesto che predispone mentalmente». 

La confessione di Sgarbi

«Il tema mi ha toccato da vicino», ha spiegato il critico d'arte Vittorio Sgarbi, legato al Comitato di San Floriano da un'amicizia di lunga data. «La mostra mi ha fatto vivere tanti stati d'animo e mi ha fatto pensare in particolar modo al dolore che si prova con la perdita di un figlio, la sofferenza più grande che l'umanità possa provare, sia da parte materna che paterna». «Ma mi ha fatto anche pensare ai miei figli - ha ammesso il critico, svelando un po' del suo intimo-. Sapete, io ho fatto dei figli un po' a caso. Uno di questi ancora oggi mi chiama "genitore" e non "padre". E fa bene perchè io mi sento un padre reprobo. D'altra parte io ho fatto questa scelta. Per i miei figli mi sento come un prete che scopre di essere diventato per errore genitore e che guarda il proprio figlio da lontano, senza spretarsi».

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