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"Cercasi commesso giovane maschio": il caso al mercato di piazza XX Settembre

"Non sapevo fosse contro la legge, è che si tratta di un lavoro di fatica. Lo farò cambiare", ci ha spiegato il titolare di uno stand ortofrutticolo del mercato cittadino

Piaccia o meno, la legge esiste, parla chiaro e vieta di indicare nell’annuncio il sesso, salvo casi determinati. Quindi, di norma, è vietato specificare se si ricercano lavoratori di sesso maschile o femminile. Non tutti, però, lo sanno e può succedere di incappare in scivoloni involontari. È quanto accaduto a Michele Basso, titolare, insieme ai due fratelli, dell'azienda Fruttalandia di Padova che, da 30 anni, viene a Udine per il mercato di piazza XX Settembre. Questa mattina, infatti, sul suo gazebo è comparso un cartello con un annuncio lavorativo. "Aaa cercasi commesso giovane maschio", citava. "Non sapevo non si potesse scrivere così, ma sinceramente il lavoro in questione ha bisogno di qualcuno che sia forte, si tratta di montare i gazebo alle 6 di mattina e spostare le casse di frutta. Mi sembrava normale cercare un maschio. Anche l'osteria di fronte ha scritto che cerca una cameriera e non mi è venuto in mente che non potesse andare bene", ci spiega Basso. Gli spieghiamo che no, non va bene. La normativa di riferimento è il Decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 276, che impone a chi seleziona il divieto di richiedere alcune tipologie di informazioni ad aspiranti lavoratori e lavoratrici. In altre parole, la legge vieta di indicare nell'annuncio il genere sessuale, ma anche l'età, religione e provenienza. "Mi dispiace, non volevo offendere nessuno, non sono razzista. Ma le vede quelle casse? Sono grandi e pesanti. E anche montare i gazebo non è cosa da poco", continua. 

È vero, le grandi casse di legno che contengono le mele hanno tutta l'aria di essere molto pesanti. Gli suggeriamo che potrebbe scrivere "Cercasi persona per lavoro fisico" o "per lavoro pesante", magari aggiungendo l'orario, così in questo modo ci sarebbe già una selezione tra le persone interessate. "Si tratterebbe di venire qui alle 6 del mattino per montare tutto e poi rimanere fino alle 14, per servire al bancone e poi smontare", ci spiega nel dettaglio.

Al mercato, oltre a lui ci sono tre dipendenti. Due sono donne e proprio una di queste arriva presto ogni mattina per allestire la postazione insieme al terzo, uno studente universitario che, però, non può esserci sempre. Ed è proprio questo il motivo della ricerca. "Io vengo da Padova ogni mattina, da martedì a sabato. I miei dipendenti sono tutti della zona, però", continua Basso. La dipendente che allestisce i gazebi e i banchi dell'ortofrutta conferma che è un lavoro faticoso e, per questo, "è meglio che con me ci sia un maschio". Mentre parliamo con loro si avvicinano alcune signore, salutano con la confidenza di chi si conosce da anni e si fida. "Ormai conosco più persone qui che a casa mia", conferma Basso, dimostrando di essere ormai intimo con le dinamiche udinesi. "Mi dispiace aver indispettito qualcuno con il cartello, ho visto più di qualcuno che lo guardava male", ci dice mentre avvisa l'altra dipendente di stracciarlo e farne uno nuovo. "Comunque io spero di trovare qualcuno che venga a lavorare qui, magari mi date una mano anche voi", conclude. 

Per completezza di informazione riportiamo il comma 1 dell'art. 10 del decreto legge di cui sopra: "Divieto di indagini sulle opinioni e trattamenti discriminatori"

È fatto divieto alle agenzie per il lavoro e agli altri soggetti pubblici e privati autorizzati o accreditati di effettuare qualsivoglia  indagine o comunque trattamento di dati ovvero di preselezione di lavoratori, anche con il loro consenso, in base alle convinzioni personali, alla affiliazione sindacale o politica, al credo religioso, al sesso, all'orientamento sessuale, allo stato matrimoniale o di famiglia o di gravidanza, alla età, all'handicap, alla razza, all'origine etnica, al colore, alla ascendenza, all'origine nazionale al gruppo linguistico, allo stato di salute nonché a eventuali controversie con i precedenti datori di lavoro, a meno che non si tratti di caratteristiche che incidono sulle modalità di svolgimento della attività lavorativa o che costituiscono un requisito essenziale e determinante ai fini dello svolgimento dell'attività lavorativa. È altresì fatto divieto di trattare dati personali dei  lavoratori che non siano strettamente attinenti alle loro attitudini professionali e al loro inserimento lavorativo.

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