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Cronaca Artegna

Maxi sequestro dei carabinieri di rifiuti pericolosi, tre i denunciati

Piombo sfuso, rame, alluminio, batterie per autoveicoli esauste e tonnellate di cavi elettrici di rame rivestito è quanto ritrovato all'interno di un capannone di Artegna

Detenevano illegalmente rifiuti ritenuti pericolosi in un capannone industriale. E’ stato grazie ad un' intuizione dei carabinieri della Stazione di Buja il ritrovamento di numerosi quintali di materiale di riciclo, come piombo sfuso, rame, alluminio, batterie per autoveicoli esauste e tonnellate di cavi elettrici di rame rivestito, all'interno di uno stabile di Artegna. Il tutto era custodito senza le previste autorizzazioni di legge, trattandosi di rifiuti pericolosi. 

L'operazione

Nel corso di un servizio finalizzato al contrasto dei reati contro il patrimonio i militari dell'Arma avevano controllato nella periferia industriale di Artegna alcuni soggetti di nazionalità polacca e albanese in atteggiamento alquanto sospetto all’esterno di un capannone che avrebbe dovuto essere dismesso. Dopo un rapido approfondimento, eseguito in collaborazione con il personale specializzato dell’Arma del Noe di Udine e del Norm della Compagnia carabinieri di Tolmezzo i militari hanno fatto irruzione nello stabile trovando i rifiuti pericolosi tra i quali due tonnellate di batterie per autoveicoli esauste e circa cinque tonnellate di cavi elettrici di rame rivestito.

Il sequestro e le denunce 

Al termine dell’operazione, che ha visto impiegati oltre 10 carabinieri e numerosi mezzi, i militari dell’Arma territoriale e del Noe di Udine, coadiuvati in fase esecutiva anche dai colleghi dell’Arma di Tarcento, hanno proceduto al sequestro del capannone in e deferito in stato di libertà per l’ipotesi di reato di gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi due cittadini stranieri, un albanese 28enne residente a Tarcento ed un polacco 31enne residente a Gemona del Friuli, oltre al titolare della ditta per i quali i due  lavoravano e per conto del quale gli stessi custodivano il materiale sequestrato. Si tratta di un uomo di 55 anni residente nella provincia di Biella, legale rappresentante di una ditta specializzata nel settore del recupero metalli e locataria del capannone. Il valore del materiale sequestrato e della struttura supera i 150.000,00 euro.

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