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Solidarietà al giornalista Assange: il consiglio regionale boccia la mozione

Presentata dalla pentastellata Rosaria Capozzi, la mozione è stata bocciata dalla maggioranza in consiglio regionale. "Occasione persa"

In consiglio regionale è stata presentata una mozione con prima firmataria la consigliera del Movimento 5 Stelle Rosaria Capozzi per esprimere solidarietà al giornalista Julian Assange "e a chi difende la libertà di stampa": la mozione è stata però bocciata a maggioranza dall'Aula. L'esito del voto, infatti, ha visto i consiglieri e le consigliere delle opposizioni sostenere l'oggetto della mozione, a parte Roberto Cosolini (Pd) che si è astenuto, mentre i consiglieri e le consigliere di centrodestra si sono espressi contro, Stefano Balloch (FdI) a parte, astenuto.

La mozione

Nel documento bocciato dalla maggioranza, la consigliera pentastellata ha ripercorso i principali avvenimenti della vita dell'attivista e programmatore informatico australiano "al centro di un caso diplomatico e giudiziario che dura da anni" dopo che "nel 2006 aveva fondato il sito WikiLeaks per offrire uno spazio anonimo garantito ai whistleblower (segnalatori) disposti a rendere pubblici documenti sensibili, anche compromettenti per governi e relative agenzie e pertanto occultati". Inoltre, nel 2010 aveva "rivelato tramite WikiLeaks documenti classificati statunitensi, ricevuti dall'ex militare Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra commessi dalle forze americane in Iraq e in Afghanistan". Passando per varie vicende giudiziarie, Assange, si legge ancora nella mozione Capozzi, "dall'11 aprile 2019 è incarcerato in un istituto penitenziario di massima sicurezza a Londra, in seguito a una richiesta di estradizione avanzata dagli Usa sulla base di accuse di cospirazione e spionaggio e una richiesta di pena fino a 175 anni di reclusione". Altre riflessioni della consigliera pentastellata riguardano il fatto che "Assange non ha rivelato segreti militari o industriali. Non ha messo in pericolo nessuno. Il governo statunitense non ha saputo indicare, dopo 10 anni di inchieste, un solo caso di pregiudizio alla sicurezza nazionale o alla vita delle persone nominate nei documenti rivelati" e che "la giustizia inglese, dopo avergli negato l'estradizione nel 2021, a giugno 2022 ha ribaltato l'esito della sentenza e il Governo l'ha autorizzata".

Il voto

"La trasparenza è un valore - aveva affermato Furio Honsell (Open Fvg), anch'egli firmatario della mozione  - dunque si devono difendere tutti coloro che, a rischio della propria vita, utilizzino la trasparenza per promuovere valori come giustizia e libertà. Il rischio che corre Assange merita la nostra attenzione". Dal presidente del Pd, Diego Moretti, era giunta una solidarietà personale, lasciando ai componenti del proprio Gruppo di esprimersi liberamente e poi una riflessione "sull'esercizio della libertà di stampa e le querele in cui incorrono molti giornalisti di inchiesta anche nel nostro Paese, per fatti che poi sono archiviati, e questo dovrebbe farci riflettere".  Serena Pellegrino (Alleanza verdi sinistra), firmataria, aveva fatto presente l'azione simile che "il suo partito, Alleanza Verdi e Sinistra, sta portando avanti nelle amministrazioni dove è presente, con la richiesta di cittadinanza per Assange ottenuta a Roma, a Bologna e ora mi auguro che questa mozione sia approvata dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia perché la libertà di stampa e di pensiero devono essere riconosciute a livello universale". Libertà di voto anche dal capogruppo di Fratelli d'Italia, Claudio Giacomelli, che si era chiesto quale possa essere "il movimento di opinione che il Cr Fvg può suscitare e quanto possa essere efficace".

La reazione

"In un periodo in cui la libertà di stampa, anche in Friuli Venezia Giulia, è messa a dura prova da più parti, il Consiglio regionale preferisce non prendere posizione e non esprime solidarietà al giornalista, ma prima ancora all'uomo. Se venisse negata la possibilità di presentare ricorso avverso l'estradizione, Julian Assange rischierebbe una pena negli Stati Uniti fino a 175 anni di carcere: sarebbe la sua condanna a morte", ha fatto sapere attraverso una nota la consigliera regionale Rosaria Capozzi. "Per una volta - sottolinea Capozzi -, si poteva prendere posizione su temi fondamentali per la democrazia, come la libertà di stampa e d'informazione, che sono riconosciuti dalla dichiarazione universale dei diritti umani e dalla nostra Costituzione. È un'occasione persa per il consiglio e i colleghi di maggioranza che ritengono di avere competenze su temi come la guerra in Israele ma non su questo tema".

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