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Giovedì, 28 Marzo 2024

L'antica tradizione udinese della "rosa di Santa Rita" si rinnova

Più di 2 mila rose vendute nella sola bancarella posta davanti alla chiesa di San Pietro Martire di via Valvason (ad un euro l'una). Centinaia le persone  (soprattutto donne,anziani e adulti) che si sono recate alle messe previste quest'oggi per la benedizione del fiore tanto caro alla Santa vissuta nel '400 da distribuire ai proprio cari per proteggerli. 

Impressionante il vivavai di fedeli, chi con le rose acquistate, chi con quelle recise nel proprio giardino, che ha affollato la Parrocchia e che ha dato continuità anche quest'anno ud una tradizione secolare, che si ripete da oltre 200 anni, in devozione di Rita da Cascia, al secolo Margherita Lotti (Roccaporena, 1381 – Cascia, 22 maggio 1457), monaca agostiniana della regione di Cascia (PG), proclamata santa da papa Leone XIII nel 1900. Santa Rita si narra coltivasse un roseto dall'eccezionale bellezza, da qui, poi, la nascita della simbologia per la sua venerazione.

La venerazione di Rita da Cascia da parte dei fedeli iniziò subito dopo la sua morte e fu caratterizzata dall'elevato numero e dalla qualità di eventi prodigiosi, riferiti alla sua intercessione, tanto che acquisì l'allocuzione di "santa degli impossibili". La sua beatificazione è del 1627, 180 anni dopo la sua morte, durante il pontificato di Urbano VIII Barberini. Leone XIII, nel 1900, la canonizzò come santa. I credenti suoi devoti la chiamano "santa degli impossibili", perché dal giorno della sua morte sarebbe "scesa" al fianco dei più bisognosi, realizzando per loro miracoli molto prodigiosi, eventi altrimenti ritenuti irrealizzabili. La devozione popolare per santa Rita è tutt'ora una delle più diffuse a Udine, assieme a quella per San Valentino, e raccoglie fedeli in ogni angolo d'Italia e del Mondo.
 

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