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Cronaca

«Basta con le falsità sulla governabilità scolastica del Friuli»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Durissima la presa di posizione del presidente del Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl" e del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic", prof. Alberto Travain, in merito alle recenti denunce in tema di bullismo segnalate dalla stampa udinese con particolare riguardo alle scuole. "Piena e militante solidarietà a quella madre che con grandi e inusitati coraggio e senso civico ha voluto denunciare ad un Messaggero Veneto - questa volta attento al territorio - le situazioni d'insicurezza ovvero di pericolo in cui i nostri studenti possono trovarsi, causa innanzitutto l'assenza o la carenza di un'autorità forte a garanzia di un bene comune procedente dalle aule scolastiche. Ma quale 'Buona Scuola'? Ma quali riforme, se non si mette mano a un principio serio di restaurazione di un'autorità effettivamente tutelata e garante di chi frequenta le nostre scuole! Chiacchiere all'italiana! Che le scuole pubbliche friulane - come, credibilmente, tante private - nascondano la verità sulla situzione dell'ordine interno, delle garanzie, della serietà, della sicurezza dei loro utenti a rigor di logica pare nelle cose, avendo infatti maldestramente gli illuminati legislatori di questa Repubblica decadente costretto gli istituti scolastici ad una lotta all'ultimo sangue per assicurarsi un numero d'iscritti sufficiente a garantire posti oltreché sostanze alle dirigenze, per cui il capriccio delle famiglie e il degrado sociale montante non di rado dettano le regole di un'accettazione silente d'inaccettabili stati di fatto. Profondo, radicale, dissenso desidero esprimere - soggiunge il presidente prof. Travain - nei confronti di chi, soprattutto ricoprendo incarichi di responsabilità in tale specifico settore, minimizza sui casi di bullismo ovvero di crescente ingovernabilità scolastica e sociale delle nostre giovani generazioni, ingovernabilità cui il diffuso ricorso a soluzioni giustificatorie non può che condurre a esiti conseguenti. Non si risolve il problema del bullismo e dell'ingovernabilità scolastica soltanto studiandone accademicamente e comprendendone ragioni ed origini: bisogna agire sensatamente, sul campo, non solo in teoria, anche richiamando le Istituzioni a quei doveri di garanzia dell'ordine pubblico e della sicurezza oltreché dell'obbligo/diritto allo studio che credibilmente anche in alcune scuole della Piccola Patria friulana ultimamente potrebbero risultare obliati. Nella vita, nella società, si può anche, nei limiti, invocare o pretendere tolleranza: non nella scuola e non nella politica, fucina e governo della società stessa! Le scuole pubbliche, dunque, onestamente dichiarino l'impossibilità, con il regime vigente, di garantire davvero l'ordine e una proficua formazione civica ai loro discenti: saranno più credibili e costruttive e soprattutto suoneranno un campanello d'allarme di fronte al quale non sarà possibile rimanere indifferenti oppure ripiegare sulle scuole private, che ragioni di marketing possono costringere a bluffare altrettanto. Alternative? Oltre al baratro e alle chiacchiere di benpensanti, buonisti e buontemponi, tendenti a gettare solo qualche bicchierata d'acqua sul fuoco di un incendio che presto potrebbe assumere anche in Friuli proporzioni incontrollabili, davvero non c'è altro! La Scuola val bene una mobilitazione per il suo ruolo di garanzia civile!"

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