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Mercoledì, 24 Aprile 2024

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L'indagine della Procura della Repubblica di Gorizia fa luce su due società, gli amministratori e i loro parenti

Bancarotta fraudolenta patrimoniale e bancarotta societaria da false comunicazioni sociali. Sono queste le fattispecie di reato per le quali gli ex amministratori di due società del settore turistico con sede a Grado e due loro parenti sono indagati dalla Procura della Repubblica di Gorizia. L'inchiesta, condotta dai pm Laura Collini e Paolo Ancora, trae origine da un’attività investigativa nata nel 2015 con il supporto del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Gorizia, nel corso della quale sono state effettuate diverse perquisizioni domiciliari con il sequestro di documenti amministrativo-contabili e documentazione bancaria in alcuni istituti di credito.  

Le violazioni

Le indagini hanno permesso di accertare numerose violazioni amministrative e penali a carico delle due citate imprese come pure nei confronti di altre due società, di cui una con sede a Panama, tutte riconducibili agli imprenditori gradesi. Nel corso delle operazioni è emerso, in particolare, che uno degli indagati aveva costituito ed utilizzato società e gruppi societari a struttura piramidale, per lo più situate nei così' detti “paradisi fiscali” (Panama, Antigua, Liechtenstein ed Isole Vergini Britanniche), con il fine di occultare e gestire rilevanti patrimoni sottratti alla tassazione nello Stato italiano. Per raggiungere il suo scopo aveva fatto ricorso a società fiduciarie, di gestione e trust siti in Italia e all’estero, al fine di garantirsi l’anonimato nella detenzione delle relative quote azionarie, il tutto servendosi per lo più di risorse finanziarie depositate in conti correnti esteri.

Evasione

Le attività svolte hanno riguardato anche l’esecuzione di quattro verifiche fiscali, nei confronti dei soggetti economici indagati, di cui tre di diritto Italiano ed uno di diritto panamense, che hanno permesso di accertare numerose violazioni in materia di Iva e di imposte dirette e l’omesso versamento all’erario di circa 2 milioni 361mila euro. Le indagini sono proseguite anche dopo le sentenze di fallimento emesse dal Tribunale Fallimentare di Gorizia il 14 dicembre del 2016 nei confronti delle due società indagate. L’attività posta in essere ha permesso di accertare che gli amministratori delle società fallite hanno distratto dal patrimonio aziendale ingenti somme, anche attraverso trasferimenti finanziari effettuati su conti correnti esteri, per complessivi euro 3milioni e 300mila euro, rendendosi responsabili dei reati di bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali. Allo scopo di garantire i creditori, tra cui l’erario, il Gip presso il Tribunale di Gorizia ha disposto il sequestro preventivo, eseguito nei giorni scorsi dai finanzieri, finalizzato alla confisca per equivalente, di un immobile con pertinenze, a Merano (BZ), del valore di circa 200.000,00 euro, che gli amministratori falliti hanno artificiosamente distratto dal patrimonio aziendale, attraverso una vendita simulata a familiari compiacenti, anche loro denunciati all’Autorità Giudiziaria.

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