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Cronaca Tolmezzo

In manette il "Re" dello spaccio a Tolmezzo e in tutta la Carnia

Il suo arresto rappresenta «una forte spallata a quella che era la fonte principale dello spaccio in zona» secondo il comandante della Compagnia tolmezzina Stefano Bortone. Riferibili alla sua "gestione" numerosi episodi dal 2009 a oggi, che hanno alimentato un giro d'affari tra i 100 e i 120mila euro

Numerosi episodi - che dal 2009 a oggi hanno fruttato indicativamente 12 kg di stupefacente sequestrati (in prevalenza hashish, valore complessivo tra i 100 e i 120mila euro) - riferibili allo stesso soggetto, il “Re” dello spaccio a Tolmezzo e in tutta la Carnia. Il sistema - complesso e marcatamente gerarchico - aveva al vertice il 42enne disoccupato tolmezzino E.P. già noto alle forze dell’ordine per precedenti sul tema, nei confronti del quale è scattato l’arresto con conseguente custodia cautelare in carcere.  È accusato - in concorso con altri - di detenzione fini di spaccio e individualmente di ricettazione. Nel mirino delle forze dell’ordine anche il 32enne di Paluzza M.S., noto anche lui agli inquirenti per vicende analoghe. Indagati in stato di libertà anche altri quattro soggetti tolmezzini, in affari con E.P., tra cui V.T. di anni 32,  e M.S. di anni 39.

Operazione anti droga a Tolmezzo e in tutta la Carnia

«UNA SPALLATA DECISIVA». Gli esiti dell’indagine sono stati resi noti solo oggi, dopo la notifica del provvedimento di chiusura delle indagini, iniziate nel mese di giugno del 2015 e condotte dai Carabinieri del N.O.RM. della Compagnia di Tolmezzo sotto la direzione dalla Procura della Repubblica di Udine. L’operazione è partita ha avuto una prima significativa accelerazione il 5 novembre scorso, quando più di 30 militari della Compagnia di Tolmezzo hanno eseguito numerose perquisizioni locali e personali a carico di altrettanti soggetti notoriamente dediti al consumo e allo spaccio, residenti nel capoluogo carnico e nelle vicinanze. Il comandante della Compagnia Stefano Bortone ha parlato di una «soddisfazione alta, vista la vista la forte spallata a quella che era la fonte principale dello spaccio in Carnia».

La presentazione dell'operazione al Comando provinciale dei Carabinieri

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IL PATRIMONIO. E.P. viaggiava su una Audi A6 - a lui intestata -, aveva un conto corrente italiano con 20mila euro depositati e uno in una banca austriaca con almeno altri 50mila. Un patrimonio consistente e sospetto per un nullafacente, che non ha fatto altro che avvalorare le tesi degli inquirenti. 

DUE VIE DI SPACCIO. E.P., secondo quanto riferito, andava in auto in Lombardia dalla due alle tre volte al mese, e ogni volta tornava con un quantitativo di stupefacente che si aggirava sui 5 chili di peso. In parte conservava la sostanza per la sua “claque”, il suo mercato diretto (cedendo ad amici incensurati 10 grammi alla volta), e in parte cedeva 7/8 etti alla volta a degli spacciatori in conto vendita, pattuendo già quanto gli sarebbe spettato. Riusciva così a esercitare così il ruolo di “boss” della zona, mettendo gli altri sempre nella condizione di essere suoi debitori.  

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