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Cronaca Centro / Viale Trieste

Cocaina, violenza e traffico d'armi: un 24enne il capo della banda

Si è conclusa un'indagine di due anni dei Carabinieri del Nucleo operativo udinese. In manette sette persone

Ci sono voluti due anni di indagini per mettere in ginocchio una banda composta da sette persone ritenute, a vario titolo, di aver messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere. Il business di riferimento era rappresentato dal traffico di cocaina, ma il gruppo - secondo quelle che sono le risultanze investigative - non si faceva mancare nulla per irrobustire i guadagni: furti nelle auto (colpito anche un dirigente dell’Udinese Calcio), nelle abitazioni e nei luoghi di culto (attribuita a loro la sottrazione degli strumenti musicali di un gruppo rock che li aveva lasciati in sala prove alla parrocchia di Godia), ricettazione, traffico di armi, prostituzione minorile.  

I PROTAGONISTI. Il vertice dell’organizzazione è stato identificato nel 24enne Adriatik Kalemaj, giovane ma sufficientemente «carismatico e violento» da tenere in scacco tutti gli altri, come dichiarato dal maggiore Alberto Granà dei Carabinieri di Udine, che ha presentato l’operazione stamane al Comando provinciale dell’Arma. In assenza del boss, sottoposto a misure di sorveglianza speciale per precedenti reati che venivano regolarmente violate, ci pensava il padre Agim - classe 1956 - a farne le veci. Oltre ai due consanguinei, di nazionalità albanese, il gruppo era composto dal kosovaro Faton Sinani - del 1989 - dal 26enne marocchino Youssef Rebroub, dagli italiani Raffaele Spada (1981) e Stefano Pinto (1971) e dal 38enne nigeriano Simon Obina Ogbuji, il referente padovano dell’organizzazione. Nella città del Santo venivano infatti effettuati gli "approvvigionamenti" di polvere bianca.

LE INDAGINI. L’ultimo ricercato - Ogbuji - è stato localizzato e arrestato alcuni giorni fa nella sua abitazione patavina - sulla base dei provvedimenti restrittivi emessi dal Gip di Udine e dal Gip di Trieste, su richiesta rispettivamente della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine e della Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste. È stato trovato in possesso di 3 etti di cocaina e 11mila euro in contanti. 

Operazione "Karavan", sette persone in manette

I METODI. Come anticipato il gruppo non andava tanto per il sottile per far valere le proprie regole. Sono state registrate più estorsioni verso chi non pagava. Minacce e pestaggi erano all’ordine del giorno per i clienti inadempienti. Fra quelli che hanno subito le conseguenze peggiori un italiano, che a Palazzolo dello Stella è stato picchiato selvaggiamente con una stecca da biliardo.

IL PACCO “NAPOLETANO”. Nella loro disponibilità gli uomini dell’organizzazione avevano anche una pistola semiautomatica “Walter 765” - rubata -, che a un certo punto hanno tentato di vendere a un pregiudicato vicentino. Prima che venisse effettuato lo scambio sono stati scoperti dai militari, che hanno così sequestrato l’arma. A quel punto i leader dell’organizzazione hanno deciso di recapitare comunque l’oggetto tanto desiderato all’acquirente, vendendogli di fatto un pacco vuoto, a testimonianza dell’assenza totale di scrupoli o remore nella loro condotta criminale.

LE PROVINCE COINVOLTE. Udine era il fulcro dell’attività, Padova la principale fonte di rifornimento. Non sono mancati rapporti criminosi con il territorio vicentino in Veneto e quelli milanese e bresciano in Lombardia. 
 

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