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Cronaca Lignano Sabbiadoro / Via Annia

Doping e sprinter giamaicani a Lignano: archiviata l'inchiesta

La Procura della Repubblica di Udine ha chiesto l'archiviazione del caso per l'inchiesta partita nell'estate del 2013 nella località turistica friulana, dove si allenavano gli atleti caraibici

Era scattata dopo una segnalazione della Wada - l’agenzia mondiale antidoping -, a seguito di un controllo eseguito qualche tempo prima in occasione dei trial giamaicani (le selezioni nazionali) e in cui sarebbe emersa la positività di alcuni atleti, l'indagine condotta dal pm di Udine Andrea Gondolo con i Carabinieri del Nas, sugli sprinter della nazionale caraibica di atletica.

ESTATE 2013. Il caso era scoppiato il 15 luglio 2013, a seguito della perquisizione eseguita durante la notte all'hotel "Fra i Pini" di Lignano Pineta, dove gli atleti e il loro preparatore alloggiavano insieme al resto della nazionale per la preparazione estiva. Dalle stanze di Asafa Powell, Sherome Simpson e Cristopher Xuereb i Carabinieri erano usciti con una cinquantina di scatole di medicinali esteri e integratori. Il materiale sequestrato era stato quindi analizzato dal perito Alberto Salomone, responsabile dell'area chimica del centro regionale antidoping e tossicologia di Orbassano (Torino), in incidente probatorio.

ACCUSE INFONDATE. Le ipotesi di violazione delle norme antidoping sono cadute proprio a seguito delle conclusioni del perito, che ha escluso la presenza di sostanze dopanti ad eccezione dell'ossilofrina. Sostanza, quest'ultima, il cui utilizzo è vietato solo in occasione delle competizioni e non anche in allenamento.

ARCHIVIAZIONE. La Procura udinese ha concluso quindi chiedendo l'archiviazione del caso, poi accolta nei giorni scorsi dal gip Lazzaro, in quanto, secondo gli inquirenti, l'assenza di positività degli atleti in una gara in Italia (il controllo della Wada era antecedente ed eseguito all'estero) rende la fattispecie non penalmente punibile nel nostro paese. 

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