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Violenza nel carcere di via Spalato / Via Cividale / Via Spalato

Tre aggressioni in tre giorni in carcere a Udine: "La situazione è insostenibile"

La struttura detentiva cittadina ospita 150 detenuti nonostante una capienza massima di 88 unità. Gli agenti sono invece 20 in meno rispetto al numero necessario

Ancora un episodio di violenza all’interno del carcere di Udine. Massimo Russo, delegato nazionale friulano del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, racconta quanto avvenuto nelle ultime ore nel penitenziario di via Spalato: “Tre aggressioni in tre giorni alla Casa Circondariale di Udine. Mercoledì, un detenuto ha aggredito un ispettore capo della Polizia penitenziaria, costringendolo a ricorrere alle cure del locale pronto soccorso. È stato dimesso con una prognosi di guarigione in 10 giorni. Giovedì un altro detenuto ha aggredito un assistente capo. In quel caso l'agente se l'è cavata con due giorni di prognosi. Venerdì, infine, un terzo detenuto ha aggredito un vice ispettore. In quel caso sono 20 i giorni necessari per riprendersi”. Russo evidenzia che “oggi, la struttura detentiva di via Spalato, a fronte di un organico di Polizia di 85 unità ha all'interno oltre 150 detenuti su una capienza regolamentare di 88. Un sovraffollamento del genere, unito alla carenza di organico (a Udine sarebbero previste 105 unità), creerà ancora aggressioni al personale”. “Solo grazie all'intervento del personale di Polizia penitenziaria si è dunque evitato il peggio” commenta il segretario regionale Sappe Giovanni Altomare che dichiara che “la situazione è insostenibile". Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà ai poliziotti feriti a Udine ed è impietoso nella sua denuncia: “Cambiano governi, ministri della giustizia e capi del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, ma non cambia l’indifferenza verso le violenze che quotidianamente subisce la Polizia penitenziaria: aggressioni, colluttazioni, ferimenti, così come le risse e i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. Ma sembra che a nessuno interessi nulla”. “Importante e urgente”, prosegue, “è invece prevedere un nuovo modello custodiale". 

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