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polemica / Palmanova

"San Vito come Palmanova: si colpiscono solo i territori non allineati"

Attacco del consigliere regionale dem Francesco Martines contro la decisione di sospendere il punto nascita di San Vito al Tagliamento

La polemica per la sospensione del punto nascita di San Vito al Tagliamento prende una piega politica. "Ora Riccardo Riccardi sospende e poi chiuderà il Punto nascita di San Vito al Tagliamento, dopo aver promesso il contrario. Così fece nel 2019 quando fu la volta di quello di Palmanova. E non bastarono le aspre contestazioni dei cittadini per fargli cambiare idea. Fu sua e di Massimiliano Fedriga la decisione di chiudere per sempre un Punto nascita d'eccellenza, come quello di Palmanova, che contava 800 nati all'anno per riaprirne uno, quello di Latisana, che non raggiungeva i limiti di legge", tuona il consigliere regionale del Pd Francesco Martines. "Ora si chiude San Vito al Tagliamento, da circa  600 parti all'anno, per cercare di salvare nuovamente quello di Latisana che per pochi parti raggiunge il limite richiesto dai medici per continuare a operare, secondo quanto previsto dal Decreto Balduzzi", continua.

"Colpire i territori non allineati"

"Una strategia, quella di questa Giunta regionale, volta a colpire solo quei territori non allineati politicamente, anche se superano i numeri di parti richiesti dalle norme, indebolendo servizi e strutture non amministrati dal Centro-destra. Si agisce per convenienze territoriali ignorando, come a Palmanova, il parere dei medici e del personale sanitario che opera quotidianamente sul campo e che ha a cuore la sicurezza delle partorienti e dei nascituri", chiosa Martines attraverso una nota scritta. "Una strategia solo all'apparenza confusa, fatta di annunci dalla sera alla mattina, che ignora le proteste dei cittadini, ma che nasconde una visione complessiva chiamata da Riccardi riorganizzazione ma che significa solo chiusure, riducendo, tra non molto, a soli cinque i Punti nascita in regione e condannando inevitabilmente anche Latisana alla chiusura, rigorosamente dopo la scadenza elettorale delle Europee. E, intanto, aumentano i costi del servizio sanitario regionale, si continuano a spendere soldi dei cittadini per tappare buchi di bilancio nelle aziende sanitarie e, nello stesso momento, si premiano attraverso i bonus i direttori generali della sanità", conclude il consigliere dem.

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